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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2012 alle ore 15:40.
L'ultima modifica è del 25 maggio 2012 alle ore 12:02.

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La dietrologia di Berlusconi: il Pdl ha lasciato il Governo per agevolare le riforme, non per lo spread (Ansa)La dietrologia di Berlusconi: il Pdl ha lasciato il Governo per agevolare le riforme, non per lo spread (Ansa)

«Io farò quello che mi chiederà di fare il Popolo della Libertà. Sono ancora qui perchè sono stato eletto e resto fino alla fine della legislatura». Così Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa congiunta al Senato con il segretario del Pdl Angelino Alfano, risponde alla domanda se si candiderà al Quirinale. Una candidatura a premier nel 2013? «Ne ho già discusso dentro il Pdl e confermo che preferirei non essere il candidato premier», chiarisce Berlusconi.

Sul rinnovamento del Popolo delle Libertà spiega: faremo un'altra conferenza stampa. Sciogliere il Pdl per una federazione? «Magari si potesse», risponde. Capitolo legge elettorale: «Noi intendiamo proporre il modello francese, quindi necessariamente con il doppio turno». Berlusconi confida: «Spero di riunire i moderati, è l'unico modo per dare al Paese governabilità». Infine, una battuta sul risultato delle amministrative a Parma: «Grillo simile a me? Non mi sembra che si possa dire cosi». Alfano annuncia: la cosiddetta "Seconda Repubblica" non ha realizzato le sue promesse, «dobbiamo fondare la Terza Repubblica». «Nelle prossime settimane annunceremo le nostre proposte per la Federazione per l'Italia». Ci sono veti di Casini e Montezemolo su Berlusconi? «Non ci risultano», replica il segretario del Pdl.

La "dietrologia" del Cavaliere: addio al Governo per favorire riforme
Il Pdl ha lasciato il governo «perché ci era parso necessario lasciare il posto ad un governo tecnico che avrebbe consentito un incontro tra maggioranza e opposizione ad un tavolo per arrivare in un tempio rapido una trattativa circa i cambiamenti istituzionale per il Paese e una riforma della Costituzione». Lo ricorda l'ex premier. Il passo indietro, chiarisce il Cavaliere, è stato fatto «non tanto perche c'era una crisi delle borse e un aumento fuori misura degli spread che sapevano non essere dovuti alla nostra azione di governo».

L'ex premier: non ho fatto fallire la bicamerale
Silvio Berlusconi smentisce di essere stato il responsabile del fallimento della bicamerale per le riforme guidata nel 1997 da Massimo d'Alema. «Non fui io a far fallire la bicamerale», assicura l'ex premier. «Fu la parte a noi avversa a cambiare durante la discussione in Aula quanto era stato deciso in commissione». All'epoca, conclude Berlusconi, «si parlava di presidenzialismo non di semipresidenzialismo».

«I cittadini devono poter eleggere il Capo dello Stato»
Durante la discussione sulle riforme tra maggioranza e opposizione, ricorda Berlusconi, «a noi è venuto il desiderio di approfondire quello di cui da 30 anni si parla, ossia la possibilità che siano i cittadini a decidere con i loro voti chi debba essere il presidente della Repubblica». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani boccia le proposte di Berlusconi: il presidenzialismo per noi non è un tabù ma non ci sono le condizioni.

«Sciogliere partiti per federazione? Magari si potesse»
«Francamente non mi pare che le cose andranno in questa direzione perchè c'è molto amore dei partecipanti e dei moderati per la propria storia politica e di partito, ma se anche da parte di tutti gli altri ci fosse una precisa presa di posizione in tal senso ci adegueremo, magari si potesse fare». Lo afferma Berlusconi rispondendo a chi gli chiedeva se dopo l'annuncio di Casini di sciogliere l'Udc ci fosse la possibilità di sciogliere il Pdl.

Il segretario Alfano propone una Federazione per l'Italia
Una grande alleanza degli innovatori, liberali, riformisti e moderati. In tre parole: una Federazione per l'Italia. È questo il "nuovo soggetto aperto" lanciato dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, nel corso della conferenza stampa. «Lo dico con grandissima serenità - spiega il segretario del Pdl -: noi, a tutti coloro ai quali ci rivolgiamo, non chiediamo una risposta oggi perché noi non vogliamo tirare per la giacca nessuno. Chiediamo di riflettere su questa proposta».

«Casini e Montezemolo contrari a Berlusconi? Non ci risulta»
La domanda è rivolta a Silvio Berlusconi, ma preferisce prendere la parola il segretario del Pdl Angelino Alfano, rispondendo a chi gli chiede dei veti di Casini e Montezemolo sulla persona di Silvio Berlusconi, per costruire la casa comune dei moderati: «Mi permetto di rispondere io, a noi non risultano veti di natura personale - afferma Alfano -. Noi siamo il Pdl, con un suo leader che è Berlusconi, noi abbiamo una forza che come tale va considerata». Berlusconi ammette di puntare a riunire l'area moderata. «È l'unico modo per dare al Paese una vera governabilità», dice a margine della conferenza stampa.

Alfano: Pdl candiderà Berlusconi al Colle? Ne discuteremo
Il Pdl proporrà Berlusconi come candidato al Colle se dovesse passare la riforma presidenzialista? «Il Pdl - risponde Alfano - si riunirà e discuterà e faremo ciò che è nell'interesse del Paese». A un certo punto, nel corso della conferenza stampa, Alfano ha un lapsus: «Come dice il presidente della Repubblica...volevo dire il presidente Berlusconi». Il Cavaliere lo guarda e sorride.

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