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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2012 alle ore 18:41.
Il pericolo per il turismo delle Regioni colpite dal terremoto, Emilia Romagna in testa, è che la cattiva informazione infetti come un virus le prenotazioni dall'estero. Spingendo le presenze straniere verso una ritirata che avrebbe l'aspetto di una profezia autoavverante e il sapore amaro della sconfitta. «Perché ribasso chiama ribasso», spiega laconico Alessandro Giorgetti, presidente di Federalberghi Emilia Romagna. Mentre l'assessore regionale al turismo Maurizio Melucci ha messo in guardia: arrivano le prime disdette di turisti stranieri, e all'estero vengono diffuse notizie allarmistiche.
Un esempio lo si può sul sito Ticinonews.ch che stamattina apriva con la notizia «Terremoto? Non vado a Riccione» . Il sito di informazione dei nostri vicini d'oltralpe era corredato da un blog non moderato dove utenti poco rispettosi si scambiavano informazioni sulla loro esperienza passate in terra romagnola e la paura di tornarci.
Sul web dunque rimbalzano notizie di strade bloccate, imminenti altri disastri, strutture ricettive inagibili, un'Emilia in ginocchio e una costa romagnola impraticabile. Falsità, dicono gli operatori, da contrastare con una campagna informativa ben costruita, sostenuta dalle rappresentanze diplomatiche, come quella che stanno predisponendo l'Enit, l'Agenzia nazionale del turismo, e la Struttura di missione per il rilancio dell'immagine dell'Italia. Lo hanno sottolineato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, e per gli Affari regionali, lo Sport e il Turismo, Piero Gnudi: le ambasciate e gli uffici della rete diplomatica e consolare devono assicurare la capillare diffusione delle notizie sulla perfetta fruibilità delle località balneari dell'Adriatico e delle città d'arte.
Le attese degli operatori da non tradire
Tutti gli operatori si aspettano dunque che i nostri rappresentanti all'estero rilascino interviste a giornali ed emittenti televisive, che sfatino i sentito dire, spiegando la reale situazione a tedeschi, svizzeri, austriaci, olandesi. Gli aggiornamenti sul web, dicono, verranno di conseguenza.
«Aeroporti e strade – commenta Giorgetti - sono perfettamente funzionanti, il sisma non ha per niente interessato la costa romagnola. Ci vuole adesso una corretta comunicazione, efficace, che non consenta di identificare il pericolo, circoscritto ad alcune aree, con tutta la Regione. Abbiamo apprezzato gli interventi dei ministri, e dei governatori di Emilia Romagna, Friuli e Veneto». E i numeri delle defezioni? «Sono ancora bassi, comprensibili quando si verifica questo genere di eventi. Per ora non vediamo un tracollo, però è importante stare attenti e prevenire il diffondersi di comportamenti sleali da parte di Paesi concorrenti. L'anno scorso le nostre aziende hanno beneficiato della confusa situazione del Nord Africa, con le rivolte che hanno spinto i turisti verso le mete italiane. Quest'anno potremmo rimaner vittima del "gioco" dei flussi». Nonostante, ad esempio, i turisti siano in fuga dalla Grecia. «Sulla costa adriatica – spiega Giorgetti - una riduzione degli arrivi del 4-5% sarebbe un segnale molto negativo, che può portare a una caduta del 10-15% del fatturato mensile. Adesso ci sono poche disdette e qualche posticipo, com'è naturale. Ma il rischio grosso è che vadano a vuoto gli investimenti fatti durante l'anno in preparazione della stagione estiva. E giugno si preannuncia di per sé già in crisi».
Il rinnovamento che non c'è stato
Ma non saranno solo la crisi economica e i terremoti a intaccare i flussi turistici nel nostro Paese. Secondo un'inchiesta di Rapporto Turismo del 2011 il 20% dei nostri alberghi ha un secolo di vita, l'80% ne ha più di 30 e il 50% vive solo di turismo stagionale. Le nostre strutture alberghiere non sono competitive con le offerte internazionali e questo si paga. Nel nostro Paese il tasso di permaneneza negli hotel continua a essere ancora basso, rispetto ai concorrenti europei. Altra "vergogna" che ancora continuamo a pagare è legata alla difficile gestione del portale turistico ufficiale Italia.it, che dopo dieci anni non ha ancora trovato una formula credibile, mentre altri, gli americani ad esempio, hanno appena attivato una massiccia operazione di marketing Discover America per rivitalizzare l'industria del settore.(L.B.)
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