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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2012 alle ore 16:30.
L'ultima modifica è del 07 giugno 2012 alle ore 07:30.

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BRINDISI - Il capo della Polizia, Antonio Manganelli, lo aveva annunciato: «Prenderemo il colpevole». E così è stato con il primo fermato nell'inchiesta nata dopo l'attentato all'istituto Morvillo-Falcone di Brindisi che è costato la vita alla studentessa mesagnese, Melissa Bassi, e il ferimento di altre cinque sue compagne. Il fermato si chiama Giovanni Vantaggiato, commerciante di benzina agricola della cittadina leccese di Copertino, che ai poliziotti della Squadra Mobile di Brindisi ha confessato la sua responsabilità nell'attentato.

Secondo gli inquirenti il movente è nella vendetta privata, come proverebbe il materiale sequestrato, una vendetta personale nei confronti - ritengono i poliziotti - del preside della scuola Morvillo Falcone, Angelo Rampino. «Giustizia è fatta». È stata questa una delle frasi dette da Giovanni Bassi, padre di Melissa, in una conferenza stampa a Mesagne. «Ringrazio tutti - ha aggiunto - per quello che hanno fatto. Ora trovo la forza in mia moglie, pensando a Melissa. Non ho mai pensato alla mafia o alla criminalità. Loro queste cose non le fanno. Ho sempre pensato che si trattasse di un gesto isolato, ma mai potevo immaginare che a farlo sia stato un padre di famiglia. Lui - ha concluso Bassi - non è un padre».

Il presunto obiettivo dell'attentatore Giovanni Vantaggiato è il preside Angelo Rampino. I due si sarebbero conosciuti anni fa, quando Rampino dirigeva l'Itis La Porta di Galatina, paese che si trova a 20 km da Copertino. Vantaggiato sarebbe stato fornitore di gasolio per il rifornimento del riscaldamento della scuola. Gli inquirenti avrebbero accertato che il preside avrebbe disdettato il contratto. Secondo gli inquirenti a lui sarebbero riconducibili altri attentati dinamitardi compiuti nella zona negli anni passati.

Vantaggiato è ora rinchiuso nel carcere leccese di Borgo San Nicola e nelle prossime 48 ore toccherà al Gip convalidare o no il suo fermo alla luce degli elementi raccolti dalla polizia, a cominciare dalle immagini degli impianti video della zona dell'attentato. «Quanto tempo dovrò stare qui?» è l'unica domanda che Vantaggiato ha fatto all'arrivo in carcere.

Nelle immagini vi sarebbero anche le riprese della sua auto passata più volte, prima dell'esplosione, nei pressi della scuola Morvillo-Falcone. Tutti elementi che gli investigatori definiscono "altamente significativi", e tra i quali vi sarebbero anche immagini di un'altra auto, riconducibile alla famiglia del sospettato. E questo spiegherebbe perchè si parla di un primo fermato, segno che potrebbero esservene altri. Dunque vendetta privata, nessun movente riconducibile a piste mafiose o anarco-insurrezionaliste, come aveva dichiarato anche il Capo della Polizia, Antonio Manganelli.

La svolta dunque ieri al termine di indagini nel corso delle quali i poliziotti della questura di Brindisi hanno controllato 1400 persone ed effettuato 32 perquisizioni con decine e decine di uomini impegnati con le volanti nel controllo del territorio.

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