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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2012 alle ore 08:14.

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Il Salento torna a essere la terra del rimorso, il titolo del libro dell'etnologo Ernesto De Martino, lo studioso del tarantismo, le allucinazioni e lo stato di trance in cui precipitavano le contadine di Galatina, in provincia di Lecce.

L'attarantato contemporaneo è l'invisibile Vanni Vantaggiato, 68 anni, moglie e due figlie, yacht da 16 metri e villa sul mare a Porto Cesareo, un commercio fiorente di prodotti petroliferi, proprietario di svariati terreni e immobili nel cuore di Copertino, un paese con una sequenza di villette basse e squadrate immerse in una successione di vigne, pini marittimi e oleandri.
Vanni è un uomo solitario, di pochissime parole. Con le rarissime persone con le quali s'intrattiene mena vanto di percorrere con la sua automobile strade segrete di campagna per seminare chiunque si sognasse di pedinarlo. Paranoico. Inizi durissimi: emigrante in Baviera con la moglie irpina. Lavora in una fabbrica di congegni elettronici. Poi il ritorno in Salento e la costituzione di una società di commercio carburanti insieme con il fratello. Gli affari vanno alla grande, la metanizzazione del Salento è lontana.

I fratelli Vantaggiato vendono gasolio agli agricoltori e riforniscono moltissime scuole e uffici pubblici della provincia di Lecce e Brindisi. All'inizio degli anni '90 il fratello abbandona Vanni e crea una società gemella a Monteroni, vicino Copertino. Attriti economici, dicono in paese. Vanni non è un personaggio facile. In piazza Umberto I, dove ogni sera si riuniscono i suoi coetanei, non ci ha mai messo piede. Forse si vergogna di quel tic al braccio destro, che tiene sempre infilato nella tasca dei pantaloni. Un piccolo handicap fotografato dal video.
«È un uomo ricco e molto avaro» svelano due piccoli imprenditori seduti al bar Novecento con occhiali neri e baffetto che conoscono Vanni solo di vista.

La prima scintilla investigativa è del Pm Milto De Nozza: indagando sulla morte di Melissa Bassi si ricorda che quattro anni fa a Torre Santa Susanna un ordigno simile a quello della Morvillo Falcone esplose nel cestino della bicicletta di Cosimo Parato, 42 anni, uno che sopravvive con traffici illegali di carburante agricolo. Parato rimane per settimane tra la vita e la morte con le budella squarciate. Qualche giorno fa salta fuori che la pratica tra Vanni e la vittima dell'attentato di Torre Susanna è finita in tribunale. Vanni pretende la restituzione di oltre 300mila euro. È il primo precedente storico che incastra l'imprenditore di Copertino. Il resto lo fa un poliziotto della Digos che di solito passa al setaccio i fotogrammi degli ultras di calcio. Fulmina due targhe, una Punto e una Hyundai, che il 19 maggio, a distanza di cinque ore, circolano nei dintorni della Morvillo Falcone. Entrambe sono della famiglia Vantaggiato-Marchello, la moglie di Vanni. Il flash-back di De Nozza si salda con l'intuizione della Digos. Vanni è nei guai. Per lui l'accusa è di strage in concorso, per i Pm «non ha agito da solo». E lui confessa: «È stato un colpo di testa. Perché non ho fatto esplodere la bomba di notte? Non passava nessuno».

Ora però tocca seguire pure il filo che potrebbe legare il bombarolo salentino al preside della Morvillo Falcone, Angelo Rampino. Il Sole 24 Ore ha accertato che nel periodo 2006-2009 il rifornimento di gasolio per riscaldamento dell'Itc "La Porta" di Galatina, al vertice del quale c'era Angelo Rampino, era affidato alla ditta di Vantaggiato, la Marchello carburanti Sas. I due si conoscono? È molto probabile. Così come è acclarato che Vanni cominciò a preparare l'attentato alla Morvillo Falcone due mesi fa, esattamente gli stessi giorni nei quali Rampino ordina la porta blindata per il suo ufficio. Ci sono altri tre attentati senza paternità e modalità simili a quelli di Brindisi sui quali gli inquirenti indagano senza soste.

Vanni, rinchiuso in isolamento nel carcere femminile di Lecce, farfuglia di avercela con la legge. Poi confonde le acque e aggiunge di patire grossi problemi economici. Affermazioni, soprattutto la seconda, smentite dai fatti. Il movente esiste ma Vanni, anzi "lu Vanni", come lo chiamano a Copertino, sembra non avere nessuna voglia di svelarlo. Ci potrebbero essere interessi loschi inconfessabili, evasione delle accise, persino la committenza di attentati dinamitardi conto terzi. Sembra un racconto surreale, ma è l'incubo nel quale è precipitata la terra del rimorso dal 19 maggio, una mattina di primavera diversa da tutte le altre. Il paradosso dei paradossi è che il santo protettore del paese di Vantaggiato è San Giuseppe da Copertino, citato dal drammaturgo Carmelo Bene nell'opera "Nostra signora dei turchi". Protettore - recita la targa all'ingresso del paese - di aviatori e studenti.

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