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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2012 alle ore 18:02.

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«La presenza di altre persone sul luogo del delitto, almeno nelle fasi preparatorie» dell'attentato di Brindisi del 19 maggio scorso, sarebbe confermata dalle dichiarazioni del reo confesso, Giovanni Vantaggiato, e suffragata da testimoni. È quanto emerge nell'ordinanza di custodia cautelare con cui ha confermato l'arresto di Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell'attentato del 19 maggio scorso a Brindisi.

Nell'ordinanza si cita la testimonianza di una persona che ha dichiarato di aver notato verso l'1 e 30 del 19 maggio nei pressi del chiosco «un uomo che spingeva un bidone della spazzatura munito di ruote tenendolo dalla parte delle maniglie inclinato verso il suo corpo e che andava in direzione della scuola».

La descrizione della corporatura e dell'abbigliamento fatta dal testimone non coincide con la fisionomia di Vantaggiato. Questa circostanza unita al fatto che l'arrestato più volte nel corso dell'interrogatorio ha utilizzato il plurale e quindi «ha implicitamente ammesso la presenza di almeno un altro complice» confermerebbe secondo il gip che l'uomo non ha agito da solo.

Sospeso il preside della scuola Morvillo-Falcone
Intanto, è stato sospeso per ragioni di opportunità dall'ufficio scolastico regionale della Puglia, Angelo Rampino, preside della scuola di Brindisi «Morvillo Falcone», dove il 19 maggio scorso è stato compiuto l'attentato che ha ucciso Melissa Bassi e ferito altre 5 sue compagne di scuola. Il preside sarebbe dovuto rientrare oggi dalle ferie, che aveva preso subito dopo l'attentato, per presiedere alle attività di scrutinio.

Rampino era stato al centro di polemiche per aspetti del suo passato in virtù dei quali era stato inizialmente individuato anche dagli investigatori come possibile bersaglio dell'attentatore. L'ipotesi di una vendetta era stata infatti una delle piste inizialmente seguite dagli inquirenti nella ricerca del movente e del responsabile dell'attentato di Brindisi.

Convalidato il fermo di Vantaggiato
Risale alla tarda serata di sabato, la convalida del fermo di Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell'attentato di Brindisi del 19 maggio che resta dunque in isolamento nel carcere di Lecce. Il gip del tribunale di Lecce, Ines Casciaro, ha anche emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti per l'accusa di «strage in concorso con finalità di terrorismo».

La competenza dell'inchiesta resta, quindi, della direzione distrettuale antimafia di Lecce. Se il gip non avesse confermato quel tipo di aggravante (art.270 sexies del codice penale), l'indagine sarebbe invece tornata alla Procura di Brindisi.

«In questa fase il gip ha condiviso l'impostazione della Procura distrettuale antimafia, riconoscendo l'aggravante della "finalità di terrorismo". Vedremo se in seguito resterà così». Poche battute da parte del procuratore distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, sulla decisione del gip Casciaro. «Nessuna soddisfazione - ha aggiunto Motta - in questa tragedia non c'è spazio per la soddisfazione».

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