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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2012 alle ore 19:22.

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Mario Monti (Afp)Mario Monti (Afp)

Da Berlino, dove ritira un premio, il presidente del Consiglio Mario Monti chiarisce: non serve una nuova manovra, ma occorre perseguire la strada della disciplina dei conti pubblici. «Noi italiani, ricorda il premier, tendiamo a oscillare come stati d'animo da momenti di euforia irresponsabile a momenti di depressione ingiustificabile». Presto, anticipa, arriveranno misure per cedere gli asset pubblici. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble plaude, loda Monti definendolo «l'uomo giusto al posto giusto» e gli tende la mano: «L'Eurozona ha bisogno che l'Italia abbia successo».

Sulla cessione di beni pubblici il presidente del Consiglio ha poi precisato: «Se escludo la cessione di quote dell'attivo del settore pubblico? No, non solo non la escludiamo ma la stiamo preparando e presto seguiranno degli atti concreti. Abbiamo predisposto veicoli, fondi mobiliari e immobiliari, attraverso i quali convogliare in vista di cessioni, attività del settore pubblico, prevalentemente a livello regionale e comunale».

Schäuble: l'Italia è uno dei nostri pilastri, ripresa nel 2013
Monti riceve a Berlino il premio "Responsible leadership award". Partecipa anche il ministro delle Finanze tedesco, che spiega: «L'Ue ha bisogno di un'Italia forte e del successo delle vostre riforme. È il momento dei grandi passi: l'Italia è uno dei nostri pilastri e abbiamo bisogno del successo delle vostre riforme, perciò vi supportiamo». L'Italia, ha aggiunto Schäuble, potrà rivedere la ripresa economica nel 2013, a condizione che non faccia deviazioni dal percorso delle riforme e del rigore.

Monti: rigore e crescita vanno di pari passo
In Europa, osserva peraltro Monti, c'è bisogno di disciplina fiscale e crescita. La disciplina fiscale genera però austerity, «che nel lungo periodo è insostenibile». Ma in ogni caso «la disciplina di bilancio e la crescita devono andare di pari passo».

Il premier: l'Italia non è fragile. Guardate le banche
«Il sistema italiano non è fragile», chiarisce Monti, ha alcuni aspetti «fragili» come l'alto debito, ma ha alcuni aspetti ben più solidi come il sistema bancario visto che è paragonabile per solidità a quello tedesco. «Non sarei sicuro tra quale dei due sistemi bancari, quello italiano e quello tedesco, sia più solido tenendo conto di tutti gli elementi che bisogna considerare». L'Italia, peraltro, ha uno scarso debito privato «di famiglie e imprese» e, in sintesi, «ha punti di forza e debolezze». Ma i punti di forza sono «molti e noi italiani - ha aggiunto Monti - tendiamo a oscillare troppo tra euforia irresponsabile e depressione ingiustificata». Fermo restando che sulle debolezze «stiamo lavorando».

Tobin tax in Europa a 27
La Tobin tax (la tassa sulle transazioni finanziarie) «potrebbe avrebbe senso», ma secondo Mario Monti «dovrebbe essere introdotta nell'Europa a 27». Da Berlino il premier sottolinea che che una tassa del genere ha senso in un contesto che sia il «più ampio» possibile.

In Italia mercato del lavoro eccessivamente protetto
Il presidente del Consiglio affronta il tema della riforma del lavoro e dice: «in Italia abbiamo un mercato del lavoro eccessivamente protetto per gli occupati e non protetto per i giovani» e i non occupati.

Meglio condividere la sovranità che subire monitoraggio troika
Il presidente del Consiglio affronta anche il nodo dell'Europa che, in qualche caso, sembra avere le mani legate. «È molto meglio condividere volontariamente la sovranità nel contesto di un'Unione - osserva - piuttosto che aspettare che il Paese sia quasi forzato alla decisione non volontaria, come successo con alcuni Paesi, di essere monitorati continuamente dalla troika, che non é certo qualcosa che incoraggia il popolo ad essere più fiducioso e responsabile».

Non serve una manovra correttiva
L'Italia sarà costretta a una nuova manovra correttiva? Monti risponde: no, non servirà. «Sui conti pubblici - ricorda - abbiamo fatto un pesantissimo intervento in dicembre ma va continuata l'opera sui conti pubblici» anche se «non occorrerà una seconda manovra, ma l'azione di disciplina sui conti pubblici dovrà procedere».

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