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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2012 alle ore 09:36.

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ROMA - Due decreti legge per cercare un cambio di passo: crescita e taglio dei costi dello Stato. Dopo rinvii, continui confronti e tensioni, proseguite anche nella seduta di ieri soprattutto con il Tesoro (nonostante le smentite del portavoce), il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sullo sviluppo. Contestualmente, anche se giunto fuori sacco (non era ufficialmente all'ordine del giorno), il Consiglio ha approvato un altro provvedimento d'urgenza che prevede la cessione alla Cassa depositi e prestiti delle quote del Tesoro in Fintecna, Sace e Simest, oltre alla soppressione dei Monopoli di Stato e dell'Agenzia del Territorio.

Per il premier Mario Monti «si riduce il peso dello Stato», a partire proprio dai suoi diretti ambiti di competenza ovvero Palazzo Chigi e ministero dell'Economia.

Il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture Corrado Passera sembra sollevato dopo il logorante tira e molla con la Ragioneria dello stato e parla complessivamente di 70-80 miliardi di interventi tra pubblico e privato che potranno essere attivati dal decreto. Non sono stanziamenti, va sottolineato, ma risorse che secondo le stime dello Sviluppo potranno essere liberate come finanziamenti aggiuntivi tra project bond e "mini-bond" per le pmi (circa 40 miliardi) e come investimenti tra piano città, lavori edilizi, infrastrutture energetiche, risorse già esistenti per l'agenda digitale, incentivi riorganizzati nel Fondo unico (30-35 miliardi).

Il decreto alla fine è stato approvato «salvo intese» perché i ritocchi dell'ultim'ora sono stati più di uno, in alcuni casi decisi dopo nuove frizioni tra i componenti del governo. In conferenza stampa Passera ha sottolineato come il provvedimento abbia visto la luce «di concerto con Grilli e il ministero dell'Economia e delle Finanze». Eppure le divergenze, a partire proprio dall'articolo 1 sull'assimilazione della tassazione dei project bond a quella agevolata dei titoli di Stato, non sono mancate. Per il viceministro dell'Economia Vittorio Grilli il nuovo strumento per le infrastrutture rischierebbe però di entrare in concorrenza con le emissioni statali, di qui lo scontro con Passera e, dopo la mediazione di Monti, la decisione di procedere comunque ma circoscrivendo la misura solo alle opere strategiche. Esce invece dal Dl l'esenzione triennale dell'Imu sugli immobili invenduti, vista da molti ministri come un "regalo" ai costruttori proprio mentre i contribuenti sono alle prese con il pagamento del primo acconto. Animato il confronto anche sulla srl semplificata, per la quale il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ha chiesto un'estensione totale agli over 35, senza oneri. Via libera solo «salvo intese» anche in merito agli articoli sull'Agenda digitale, inserite all'ultimo momento. Confermato il doppio pacchetto della riforma del diritto fallimentare e della giustizia civile. Svolta per velocizzare la legge Pinto: «A decidere sul diritto ai rimborsi potrà essere un solo giudice e con una procedura molto semplice» dice il ministro della Giustizia Paola Severino.

Ad ogni modo il decreto, di ben 61 articoli, è destinato a essere ritoccato o integrato in Parlamento. Nei piani dello stesso Passera ad esempio c'è l'idea di recuperare il credito di imposta per investimenti in innovazione presente nelle prime bozze e poi uscito di scena, così come l'aumento del tetto alle compensazioni dei crediti Iva e la trasformazione dell'esenzione Imu sull'invenduto in un incentivo fiscale all'acquisto di immobili. Molto ovviamente dipenderà dagli esiti della spending review e della valorizzazione degli asset pubblici. Il taglio dei costi dello Stato già ieri ha avuto il suo antipasto presentato da Grilli. La spending review dell'Economia parte dalla soppressione dei Monopoli di Stato, dell'Agenzia del territorio e dell'Assi (ex Unire), mentre per il patrimonio pubblico – spiega il viceministro – ci si aspetta «un impatto importante sulle entrate dalla cessione di Fintecna, Sace e Simest a Cdp. Stimiamo da questa vendita circa 10 miliardi. E verrà conclusa la parte iniziale entro un mese. Avremo una pari riduzione del debito o interverremo sui ritardi nei pagamenti».

Dal Cdm di ieri, infine, via libera anche al regolamento sulla riforma delle professioni (si veda pagina 35) e al decreto legislativo, che recepisce le norme comunitarie in materia di contratto di credito ai consumatori e modifiche al Testo unico bancario.

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