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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2012 alle ore 17:42.

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Via libera al decreto crescita. Il provvedimento varato dal consiglio dei ministri si compone di 61 articoli (sono stati approvati «salvo intese» quelli relativi all'Agenzia digitale perché aggiunti in extremis). Due i pilastri del Dl: infrastrutture ed edilizia da un lato e misure per le imprese dall'altro.

Bonus Irpef. Nel Titolo I spiccano i nuovi bonus Irpef per lavori di ristrutturazione e per riqualificazione energetica che vengono allineati al 50%. Per le ristrutturazioni si tratta di un innalzamento, fino al 30 giugno 2013, delle soglie di detrazione al 50% (dal 36%) per lavori fino a 96mila euro (attualmente fino a 48mila), Il bonus per l'efficienza energetica, invece, scende al 50% ma sarà prorogato di sei mesi fino al 30 giugno 2013 (fino al 31 dicembre 2012 resta del 55%).

Edilizia-infrastrutture. Scatta il ripristino Iva per cessioni e locazioni da parte delle imprese edili di nuove costruzioni favorendo la possibilità per i costruttori di accedere a compensazioni fiscali. Vengono resi più appetibili i project bond attraverso il trattamento fiscale degli interessi, allineato a quello dei titoli di Stato. Spazio al piano nazionale per le città, per interventi di riqualificazione nelle aree urbane, all'avvio dell'autonomia finanziaria dei porti (con 70 milioni), all'utilizzo da parte dei Comuni dei crediti di imposta per la realizzazione di opere infrastrutturali. Viene elevata dal 50 al 60% la quota dei lavori che i concessionari sono tenuti ad affidare attraverso procedure di evidenza pubblica.

Pa e Sistri. Nel Titolo II si stabiliscono misure di trasparenza per la pubblica amministrazione: tutte le forniture e le consulenze oltre mille euro dovranno essere pubblicate online. La stessa regola varrà per sussidi ed ausilii finanziari alle imprese. Nasce l'Agenzia digitale per accelerare la diffusione delle reti a banda larga di nuova generazione. Viene sospesa l'entrata in operatività del Sistri (sistema di tracciabilità dei rifiuti). La srl semplificata si estende anche agli over 35 che saranno però tenuti al pagamento dei diritti di bollo.

Incentivi. Nel pacchetto per le imprese spicca il riordino degli incentivi con la creazione del Fondo per la crescita sostenibile in cui confluirà quanto recuperato da una razionalizzazione che porta all'abrogazione di 43 norme nazionali. Il Fondo, che avrà una dotazione iniziale di 300 milioni (più 300 milioni recuperabili dalla vecchia programmazione negoziata), sarà finalizzato a tre obiettivi: innovazione, internazionalizzazione, rilancio delle aree di crisi. Al Fondo verranno inoltre accorpate le risorse del Fri gestito dalla cassa depositi e prestiti per circa 1,2 miliardi. Il credito di imposta non riguarderà gli investimenti ma solo le assunzioni di personale qualificato.

Credito di imposta riconosciuto nella misura del 35%, con un limite pari a 200mila euro a impresa. Esordiscono i mini-bond per le piccole e medie imprese. Si stima un impatto di 4mila assunzioni. Spunta un'iniziativa per la "green economy": si estende il finanziamento agevolato previsto dal fondo Kyoto a soggetti pubblici e privati che operano in settori specifici dell'economia verde.

Mini bond. Passa poi l'apertura al mercato dei capitali per le società non quotate. Anche le pmi non quotate potranno emettere strumenti di debito a breve termine (cambiali finanziarie) e a medio lungo termine (obbligazioni e titoli similari, obbligazioni partecipative subordinate) con il supporto di "sponsor" che assistono gli emittenti e fungono da market maker garantendo la liquidità dei titoli.

Diritto fallimentare. Novità sul diritto fallimentare: viene introdotta, sullo stile del Chapter 11 degli Usa, la possibilità di depositare un ricorso contenente la semplice domanda di concordato preventivo, senza la necessità di produrre contestualmente tutta la documentazione finora richiesta.

Giustizia. Nel capitolo giustizia, orientato alla riduzione dei tempi dei processi civili, spicca il filtro all'appello, in cui un giudice singolo valuta se un appello è palesemente inammissibile. Modifiche alla legge Pinto per renderla più efficace.

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