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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2012 alle ore 22:17.

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Ha vinto Neo Dimokratia di Antonis Samaras e i mercati tirano un sospiro di sollievo ma ora cosa lo aspetta? Innanzitutto Samaras deve ricordarsi che ha solo 2 miliardi di euro in cassa, un'evasione fiscale record pari al 20% del Pil, un'economia al quinto anno di recessione, 150mila fallimenti di piccole e medie imprese e soprattutto deve trovare altri 16 miliardi di tagli alla spesa pubblica entro luglio a meno che riesca a convincere i suoi creditori internazionali, la cosidetta Troika, che questa medicina sta uccidendo il malato e ottenere al vertice della Ue del 28-29 giugno una revisione-lampo del memorandum, l'intesa che in cambio di 130 miliardi di euro prevede riforme strutturali, taglio del deficit pubblico e ritorno all'avanzo primario nel 2015.

FARMACI. Il nuovo esecutivo deve inoltre fronteggiare l'emergenza farmaci dove i farmacisti stanchi di aspettare 600 milioni di crediti dallo stato greco hanno bloccato l'erogazione gratuita e chiedono il paganento diretto, fatto che ha portato a un crollo delle vendite a cui le grandi multinazionali straniere stanno rispondendo con un rallentamento delle forniture.

RICAPITALIZZAZIONE DELLE BANCHE. Il nuovo esecutivo deve ricapitalizzaree per 48 miliardi di euro le banche ma deve anche decidere se il Tesoro avrà azioni con diritto di voto e non più semplici azioni privilegiate come preferito dalla Troika.

PRIVATIZZAZIONI E STATALI IN ESUBERO. Il piano di privatizzazioni da 50 miliardi è ancora al palo e ora si dovrebbe dare certezza alla processo di dismissioni. C'è anche la grana dei licenziamnti dei 150mila licenziamenti degli statali in esubero, una promessa mai mantenuta negli ultimi tre anni da nessun esecutivo, politico o tecnico che fosse.

SOCIETA' PUBBLICHE AL COLLASSO. Molte società pubbliche non hanno più soldi e soprattutto quelle dell'energia hanno le casse vuote. Un fatto che sta rischiando di far scopppiare la grana dei black-out nel paese proprio durante la stagione estiva quando i condizionatori vanno al massimo. Molti fornitori come la russa Gazprom hanno cominciato chiudere i rubinetti in attesa di essere pagata mentre l'Iran non fornisce più petrolio a causa dell'embargo europeo a cui la Grecia ha dovuto partecipare obtorto collo. Teheran era molto paziente e dava il petrolio con pagamenti molto dilazionati: ora invece Atene deve approvviggionarsi sul mercato a costi maggiori.

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