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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2012 alle ore 20:29.

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Il presidente Karolos Papoulias (d) oggi affiderà ad leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras (c), il mandato di formare l'esecutivoIl presidente Karolos Papoulias (d) oggi affiderà ad leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras (c), il mandato di formare l'esecutivo

È «imperativo» che la Grecia formi oggi un nuovo governo. Lo ha dichiarato il presidente Karolos Papoulias, che oggi affiderà ad leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, il mandato di formare l'esecutivo, all'indomani della sua vittoria elettorale. «È un imperativo categorico formare un governo» oggi, ha detto Papoulias, pochi minuti prima di ricevere Samaras. L'incontro tra Samaras e il presidente Papoulias è in corso. Intanto il portavoce di Angela Merkel ha parlato di una «buona notizia» circa l'esito del voto greco. «Adesso si faccia al più presto il Governo». Per il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, la sostanza del programma di riforme della Grecia «non é negoziabile».
«Qualsiasi Governo si formerà dovrà rimanere fedele a quanto concordato con l'Europa».

La Grecia resta nell'euro e ora spera di sconfiggere la Germania sul campo degli europei di calcio dopo aver mandato a casa i russi di Vladimir Putin. Antonis Samaras, leader di neo Dimokratia ha alzato il braccio in segno di vittoria: «I greci hanno scelto di restare legati all'euro. Non ci saranno più avventure. L'Europa è la nostra direzione e questa è una vittoria per tutta l'Europa»: così il leader di Nea Dimokratia ha commentato la vittoria alle elezioni al centro stampa di Atene, davanti a una selva di fotografi, televisioni e giornalisti di mezzo mondo. Il mondo in efffetti tira un sospiro di sollievo.

Dunque Nea Dimokratia di Antonis Samaras, il partito conservatore greco, ha ottenuto la maggioranza relativa e con l'alleanza dei socialisti del Pasok di Evangelos Venizelos hanno 162 seggi complessivi sui 300 nel parlamento greco. Quanto basta per formare un esecutivo pro-salvataggio e farevorevole alla permanenza del Paese nell'euro.
Con oltre il 99,83% dei voti scrutinati in Grecia, secondo il sito web del ministero dell'Interno greco, Nea Dimokratia ottiene il 29,66%, e 129 seggi; Syriza il 26,89 e 71 seggi, il Pasok il 12,28 e 33 seggi. Seguono Anexartitoi Ellines (Greci indipendenti), 7,51%, 20 seggi; Chrysi Aygi (Alba Dorata) 6,92%, 18 seggi; Dimokratiki Aristera (Sinistra democratica) 6,25%, 17 seggi; e i comunisti del Kke (4,50%, 12 seggi).

Un quadro messo in discussione però da un'affermazione fatta in tv dal leader del Pasok Evanghelos Venizelos che ha chiesto una coalizione di governo a quattro in Grecia: con i conservatori di Nea Dimokratia, i socialisti del Pasok, e i due partiti di sinistra, Sinistra Democratica e Syriza, quello anti europeista. Una frase che ha gettato nello sconcerto gli osservatori politici che hanno visto nell'affermzione un nuovo elemento di instabilità che rimetterebbe in discussione la creazione di un governo in tempi rapidi. Ma forse si tratta solo di un tentativo di destabilizzare la ledearship di Samaras e chiedere che il nuovo premier sia un tecnico come Lucas Papademos, o George Provopoulos, governatore della Banca di Grecia, o Panagiotis Pikrammenos, ex premier del Governo uscente e magistrato.

La Sinistra radicale, Syriza, di Alexis Tsipras, la formazione anti-salvataggio che voleva ridiscutere i termini dei finanziamenti minacciando l'uscita dall'euro, ha 71 seggi, un exploit eccezionale ma che non gli consente nessuna alleanza né di incassare il premio di maggioranza. I mercati tirano dunque un sospiro di sollievo e i grandi del G20 in Messico possono guardare al mondo con maggiore tranquillità.

I risultati delineano un quadro di stabilità e di continuità e soprattutto di rispetto degli accordi presi con i creditori internazionali, la cosidetta troika, anche se Syriza resta al secondo posto nel panorama politico greco e rimane una grande forza di opposizione con cui fare i conti, soprattutto sulle piazze. La tensione politica si è ridotta ma non certamente quella sociale. Syriza ha i voti di un greco su quattro e cercherà di far pesare in ogni caso politicamente questo successo elettorale cui bisogno fare comunque i conti.

L'uscita dall'euro della Grecia è dunque meno probabile: «La coalizione guidata da Nea Dimokratia è in linea con una riduzione delle probabilità di un'uscita della Grecia», ha detto Aroop Chatterjee della divisione Barclay Capital a New York. Ma secondo la banca americana Citi si tratta di una vittorio di Pirro poiché il governo non riuscirà a portare avanti le riforme necessarie epr la forte opposszione di Syriza e nell'arco dei prossimi 12 mesi resta aperta l'ipotesi di un'uscita dal 50 al 75% del Paese dall'euro.

Syriza. Intanto il leader di Syriza canta vittoria. «Il risultato elettorale odierno è un successo per noi perchè abbiamo avuto contro forze interne alla Grecia e forze esterne e quindi ne siamo orgogliosi»: così Alexis Tsipras, il leader del partito di sinistra Syriza, ha commentato il risultato delle elezioni in cui il suo partito è arrivato secondo dopo Nea Dimokratia.
«Syriza - ha ricordato Tsipras - è un partito che si batte contro il memorandum, l'intesa con i creditori internzionali. Comunque, parlando al tefono con Antonis Samaras, gli ho detto che in base ai risultati odierni egli è libero di formare il governo che riterrà più opportuno per il Paese. Noi saremo presenti come opposizione. E siamo anche sicuri che la validità e la giustizia delle nostre posizioni sarà confermata dai futuri sviluppi. A partire da lunedì ad ogni modo tutto cambierà e per la Grecia sarà un nuovo giorno», ha concluso Tsipras.


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