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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2012 alle ore 09:18.

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Vigilia del 25esimo summit che deve salvare euro ed Europa: il presidente americano Obama telefona al collega Hollande, che ieri ha incontrato il cancelliere tedesco Merkel. Il presidente francese è in sintonia con il premier italiano che intanto prima delle 15 incontrerà il presidente Ue Van Rompuy e alle 14,30 il presidente della Commissione Ue Barroso. In questo vortice di telefonate e incontri, arriva la dichiarazione all'Ansa una fonte governativa tedesca che in frena sui catastrofismi per frenare su nuove misure: «È esagerato andare in panico per i tassi sui titoli di Stato italiani e spagnoli». Così il governo Merkel boccia lo scudo anti-spread (meccanismo che riduce automaticamente gli spread quando salgono oltre certi tetti) ipotizzato da Monti: l'Eurozona - dice la fonte all'Ansa - può contare su «un raffinato strumentario» costituito ad esempio dall'Efsf e dall'Esm «a disposizione» dei Paesi che dovessero averne bisogno.

Dopo la frase di Merkel «mai eurobond finché vivrò», il suo governo agisce di conseguenza dando la linea della Germania durante i due giorni di vertice a Bruxelles: no al «catastrofismo» sugli alti tassi di interesse di Italia e Spagna; spetta agli Stati in difficoltà decidere quando e come utilizzare gli strumenti esistenti; scetticismo sulla possibilità di adottare nuovi strumenti. Il vertice Ue di oggi e domani è l'ultima occasione - a meno di un altro vertice straordinario a luglio - per lanciare segnali chiari e importanti, anche attraverso decisioni sul breve termine, sull'irrevocabilità dell'Unione economica e monetaria.

E la Banca centrale europea è sulla linea Merkel. Peter Praet, capo-economista Bce e membro del Comitato esecutivo della Banca centrale, si dice «molto scettico» del piano anti-spread proposto da Monti. In un'intervista al Financial Times Deutschland, Praet ricorda che, secondo il piano Monti, i fondi salva-Stati, prima l'Efsf e poi l'Esm, «garantirebbero una parte dei rischi assunti dalla Bce» nell'acquistare titoli di Stato di Paesi dell'Eurozona in difficoltà per conto dei Fondi stessi, il resto dei rischi, continua Praet, «finirebbero nel nostro bilancio. Nel quadro del programma Smp - continua Praet - abbiamo acquistato titoli di Stato dell'Eurozona per motivi di politica monetaria. Per il piano Monti non sussistono motivi legati alla politica monetaria» e, quindi, «ricadrebbe in un campo non coperto dal nostro mandato. In questo modo, infatti, ci sarebbero ingerenze reciproche, che non sono permesse, tra politica monetaria e politica di bilancio».

Dopo pranzo, la svolta inattesa del ministro delle Finanze tedesco Schaeuble: «la Germania è pronta a negoziare sugli eurobond ma serve uno Zar dell'Ue su conti pubblici. Intanto il vicepresidente della commissione europea, Olli Rehn si dice fiducioso sul fatto che verranno prese decisioni anche per favorire «la stabilizzazione dei mercati» e in questo modo «aiutare a ridurre i costi di rifinanziamento del debito a favore di paesi come Italia e Spagna».

Il programma
Il summit si apre alle 15 con una prima discussione fra capi di Stato e di governo sul quadro finanziario pluriennale 2014-2020. Prosegue poi con l'esame del Patto per rilanciare la crescita e l'occupazione, tema su cui nel recente vertice a quattro di Roma tra Italia, Francia, Germania e Spagna è stata già raggiunta un'intesa di massima per mobilitare risorse per circa 130 miliardi di euro. Alla fine di questa prima parte dei lavori è prevista una pausa dedicata alle conferenze stampa nazionali.

I 27 tornano a sedersi intorno al tavolo per una cena di lavoro dedicata al rapporto sulla costruzione di una "vera unione economica e monetaria" preparato dai quattro presidenti di Consiglio europeo, Eurogruppo, Bce e Commissione. Domani mattina, venerdì 29, l'agenda del summit prevede l'esame del testo finale delle conclusioni del vertice e la discussione di temi di politica estera, tra cui il via libera ai negoziati di adesione con il Montenegro. Per l'ora di pranzo è prevista poi la riunione ristretta del vertice in formato Eurogruppo. Sarà in questa sede, con la partecipazione del presidente della Bce Mario Draghi, che i 17 Paesi dell'Eurozona discuteranno della risposta immediata da dare alla crisi dell'euro e alla pressione derivante dall'aumento degli spread tra i titoli di Stato italiane e spagnoli da un lato e quelli tedeschi dall'altro.

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