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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2012 alle ore 17:40.
L'ultima modifica è del 14 luglio 2012 alle ore 11:33.

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Primarie del Partito democratico entro la fine dell'anno, ma la data non la decide il Pd. Saranno comunque aperte e non ci saranno barriere. Lo ha messo in evidenza il segretario Pier Luigi Bersani, nel suo intervento all'assemblea nazionale del partito, che si è tenuta a Roma. Nelle battute finali dell'incontro la temperatura nel Salone delle Fontane all'Eur è diventata molto elevata: con la richiesta di voto su documenti e ordini del giorno sui matrimoni gay e sulle primarie é cominciato il caos. Una situazione che ha reso necessario l'intervento di un irritato Bersani: «siamo il primo partito del Paese e dobbiamo dire all'Italia cosa vogliamo fare - ha tuonato -. Il Paese non é fatto delle beghe nostre!».

Partito leale con Monti
Il Pd, ha affermato il segretario nel suo intervento, è leale verso il Governo Monti ma ha la sua identità. Ciò detto, Bersani ha individuato dei punti deboli: sulla vicenda degli esodati, ad esempio, ha ricordato che «non ci farà risparmiare soldi ma sta creando solo confusione». Quanto alla spending review, il controllo della spesa, la sua governance, ha ricordato il segretario, richiede conoscenza. Se si risolve in tagli a sanità e enti locali «non si risolve il problema di come diminuire davvero i costi di beni e servizi. La funzione del Tesoro non va indebolita, ma messa in interlocuzione con i grandi settori di spesa, con chi guida quelle macchine». Quello di Berlusconi, ha concluso Bersani, è «un ritorno agghiacciante». L'assemblea del partito ha approvato la relazione del segretario. Solo un delegato ha votato contro, mentre in cinque si sono astenuti.

Renzi: le primarie non saranno un concorso di bellezza
«Le primarie - ha spiegato il sindaco di Firenze Matteo Renzi a margine dell'incontro - non saranno un concorso di bellezza né un festivalbar. Bersani ha fatto un'apertura sul tema; sul resto mi sembra che abbia dato una cornice condivisibile sui temi come la costituente dei progressisti o il ruolo della politica e di un premier che sceglie un governo competente e non più, mi sembra di capire, fatto con i bilancini. Ha detto cose sacrosante come il fatto che non siamo il partito delle tasse. Guardo il bicchiere mezzopieno». Infine, una battuta sul Cavaliere: sbagliamo, ha affermato Renzi, se l'antiberlusconismo diventa il collante per stare insieme. Quanto alle primarie, i giovani del Pd non faranno come Alfano: «è stato desolante vedere tanti giovani del Pdl che si sono immediatamente rimessi in ordine appena Berlusconi ha detto: "scendo in campo io". Noi faremo l'opposto».

D'Alema: premiership contendibile ma dobbiamo rivendicarla
Il Pd, ha sottolineato Massimo D'Alema, parlando all'assemblea, ha il diritto-dovere di "rivendicare" la guida del prossimo governo, dopodiché è ovvio che la candidatura a premier è "contendibile", ma i democratici non possono non proporre il segretario del partito per quel ruolo. Non solo: se i democratici andranno al governo, dovranno proseguire nel risanamento dei conti pubblici, «che ci piaccia o no».

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