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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2012 alle ore 20:25.
L'ultima modifica è del 15 luglio 2012 alle ore 14:33.

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Nicole Minetti (Olycom)Nicole Minetti (Olycom)

Si dimette sì o no? Il Pdl sembra avvitarsi intorno all'essenziale problema delle dimissioni di Nicole Minetti dalla carica di consigliere regionale della Lombardia. Ieri è stato l''ex premier Silvio Berlusconi, pronto a ridiscendere in campo con un nuovo partito, a chiedere all'ex igienista dentale eletta nel 2010 nel listino bloccato di Roberto Formigoni di dimettersi dal Pirellone. Oggi Angelino Alfano, intervistato a SkyTg24 ha risposto un secco «sì» alla domanda se Nicole Minetti debba dimettersi domani stesso. L'interessata, forse, non è del tutto al corrente: ieri aveva detto: «Le mie dimissioni? Solo un'indiscrezione. Sono tranquilla e rimango al mio posto». E oggi non ha neppure risposto.

Del resto, le dimissioni sono pur sempre un atto volontario. Il mistero, però, si infittisce con le dichiarazioni su Twitter di Emilio Fede: «Ma quale ultimatum: ho consigliato io a Nicole Minetti di dimettersi, per giocare d'anticipo rispetto alle polemiche. È accaduto a cena, dieci giorni fa. Lei mi ha dato ragione e mi ha detto che il giorno dopo l'avrebbe comunicato a Berlusconi. Non so cosa sia successo poi, perché non l'ho più sentita. So però che lei aveva intenzione di dimettersi».

Le preoccupazioni di Alfano, comunque, hanno suscitato l'ironia di Vittorio Sgarbi, che in una nota gli ha consigliato «nel suo eccesso di zelo d'inviare la tessera onoraria della Pdl (Protezione della legalità) alla Boccassini, e di chiedere la condanna di Berlusconi per "concorso interno" con la Minetti, responsabile unica del crollo del Pdl (Popolo della legalità), per potere così assumere il ruolo di segretario unico, con obbligo di fedeltà coniugale (ignorando che il vero maniaco sessuale è il monogamo)».

Ma Alfano non si è limitato alla questione Minetti (che del resto, sottolineano dal Pd, è rimasta tranquillamente al suo posto per un anno e mezzo dopo la vicenda delle olgettine). Il segretario del Pdl, sempre nel corso dell'intervista, dopo le polemiche di ieri, ha fatto atto di devozione al partito e al suo fondatore: «Ciascuno di noi viene solleticato nella propria ambizione personale. Ma voglio giudicato anche per il mio essere uomo: nel mio esserlo c'è la riconoscenza, perché io riconosco a Berlusconi di aver fondato Forza Italia che mi ha dato la possibilità di militare ad alto livello nelle istituzioni. Tra l'ambizione e la riconoscenza metto prima la
riconoscenza».

E a proposito delle reazioni delle cancellerie europee sulla ricandidatura dell'ex premier a Palazzo Chigi: «Ciascuno si faccia i fatti propri. Nessuno pensi di fare ingerenze nell'ambito della sovranità italiana, l'Italia è uno stato libero. Ciascuno si faccia i fatti propri. È tutta una speculazione. Non ci si prenda in giro su questa storia dei mercati».

Alla fiducia illimitata nei confronti del Cavaliere, infine, Alfano ha voluto aggiungere una previsione politica sul "rottamatore" del Pd, Matteo Renzi: «Renzi, che stimo e che fa bene a fare quello che fa dentro il Pd, non sarà alla fine il candidato del Pd alla premiership: il turno del confronto delle nuove generazioni nella politica italiana sarà il prossimo ancora» e ha ribadito che «Berlusconi merita un nuovo giudizio da parte dell'elettorato e una nuova chance per come sono andate le cose nell'autunno scorso».

Le professioni di fede berlusconiana di Alfano, però, hanno suscitato l'ironia di Vittorio Sgarbi, che in una nota ha consigliato ad Angelino Alfano «nel suo eccesso di zelo d'inviare la tessera onoraria della Pdl (Protezione della legalità) alla Boccassini, e di chiedere la condanna di Berlusconi per 'concorso internò con la Minetti, responsabile unica del crollo del Pdl (Popolo della legalità), per potere così assumere il ruolo di segretario unico, con obbligo di fedeltà coniugale (ignorando che il vero maniaco sessuale é il monogamo)».

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