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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2012 alle ore 18:43.
L'ultima modifica è del 02 agosto 2012 alle ore 12:20.

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Il presidente della Juventus Andrea Agnelli con l'allenatore Antonio Conte (Lapresse)Il presidente della Juventus Andrea Agnelli con l'allenatore Antonio Conte (Lapresse)

Un anno e tre mesi di squalifica. La richiesta fornulata dal procuratore federale Stefano Palazzi nei confronti dell'allenatore della Juve Antonio Conte per omessa denuncia arriva come una fulmine a ciel sereno. Tramontata definitivamente l'ipotesi di un nuovo patteggiamento, dopo quello ritenuto «non congruo» ieri dalla Commissione Disciplinare.

Salta definitivamente l'ipotesi di patteggiamento a cui avevano lavorato i legali della Juventus. Così Antonio De Renzis, legale di Antonio Conte, si è rivolto verso il procuratore federale Stefano Palazzi durante la propria arringa difensiva: «Signor procuratore, la scivolata del patteggiamento l'ho apprezzata poco. Non me l'aspettavo, glielo dico con la massima stima. Avevamo raggiunto un accordo e lei sa che non si trattava di un'ammissione di colpa: se lei ora pensa che la Commissione possa motivare le nostre colpe attraverso i patteggiamenti già effettuati, siamo fuori strada».

Durissima la protesta del presidente della Juventus, Andrea Agnelli: «Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale». Così in una dichiarazione affidata al sito ufficiale della società.

«Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale e non puo' essere accettato», ha detto a caldo il numero 1 del club torinese parlando di sistema «dittatoriale», del tutto «non adeguato», «paradossale» e «inaccettabile».

Le reazioni della Federazione non si sono fatti attendere: «Le valutazioni del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, non sono accettabili e vanno al di là di un legittimo esercizio del diritto di critica».

Conte deve ora difendersi dalla doppia accusa di non aver denunciato le presunte combine delle partite Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena, entrambe disputate nella primavera 2011. Insieme a Angelo Alessio il tecnico e il suo vice erano alla guida del club senese.

Il ritorno di Conte in panchina era ipotizzato il 4 novembre per Juventus-Inter, la partita forse più significativa per la squadra e per lui. Ma forse per l'uomo dei trenta scudetti sul campo la pausa di riflessione potrebbe essere molto più lunga.


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