Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2012 alle ore 15:59.
L'ultima modifica è del 07 agosto 2012 alle ore 12:49.

My24
Nella foto l'Aula della Camera dei DeputatiNella foto l'Aula della Camera dei Deputati

Si chiude con un piccolo colpo di scena finale - il Governo battuto su un ordine del giorno Pdl in segno di protesta del centrodestra (e centristri Udc) per le ultime dichiarazioni del premier al Wall Street Journal sullo spread a 1.200 - il travagliato iter parlamentare del decreto Spending review. Dopo la fiducia di questa mattina (403 voti sì, 86 no e 17 astenuti), la Camera ha varato definitivamente il decreto, così come approvato una settimana fa dal Senato, con 371 favorevoli e 86 contrari.

Malessere tra i partiti
Evidente, nelle dichiarazioni di voto della giornata, il malessere dei partiti per un provvedimento che tocca molti fronti della spesa pubblica. Lucia Codurelli, Pd, parla di «sì sofferto e ultimo se non si cambia registro, ci sono troppe cose contenute nel decreto che, non vanno. Dai tagli lineari ai comuni, alla sanità, alla scuola, per non dire la questione ancora irrisolta degli esodati». Antonio Di Pietro, Idv, accusa il Parlamento di aver « rinunciato a mantenere la democrazia in questo paese. Monti sta distruggendo l'economia e lo stato sociale in nome della quadratura dei conti».

Pdl: non siamo un tappetino
Nelle fila del centrodestra, Maurizio Lupi conferma l'appoggio al provvedimento del suo partito ma richiama l'episodio dell'intervista di Monti al Wsj: «il Pdl é responsabile ma appoggiare il governo Monti non vuol dire fare il tappetino sdraiato». Meno problematico il sì da parte dei centristi: Amedeo Ciccanti (Udc) ricorda che «Spendere meglio per spendere meno, é il motto dell'Udc, di questo governo, di questa maggioranza. Non é giusto che la crisi sia pagata da una sola parte degli italiani come é stato fatto finora», mentre Antonino Lo Presti definisce il sì al decreto «non é soltanto un atto di responsabilità e di condivisione del merito delle scelte sofferte» ma anche «un contributo forte per creare un nuovo spirito» tra gli italiani.

Parlamento chiuso per ferie
Con il via libera allo Spending review, il Parlamento si avvia chiudere i battenti fino a settembre: sul tavolo, al momento, solo il decreto per l'emergenza ell'Ilva di taranto, atteso tra stasera e domani. L'Aula della Camera tornerà a riunirsi il prossimo 5 settembre, fatte salve emergenze che richiedano una convocazione durante la pausa estiva. Le commissioni torneranno invece al lavoro il 3 settembre.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi