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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2012 alle ore 15:46.

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Al collega comico non aveva risparmiato le critiche alla festa del Pd a Reggio Emilia e ora è lui nel mirino. Non sono andate giù a Beppe Grillo le parole di Roberto Benigni. Che due giorni fa dal palco democratico aveva preso le difese di Pier Luigi Bersani dopo il bisticcio a distanza tra il segretario Pd e il leader del Movimento 5 Stelle.
«Bersani, devi reagire. Batti un colpo, alzati e cammina!», aveva esortato Benigni. E a Grillo: «Non si dice morto, al limite diversamente vivo».
E poi: «Mi è appena arrivato un suo fax di saluto. C'è scritto 'cari Bersani ed elettori del Pd, vi volevo salutare e dire a tutti di andare a vaffa' ed altre cosine personali. È la sua maniera di essere affettuoso. Grillo vuole fare l'alleanza, parla così. A me ha detto 'vecchia salma, piduista zombi'. Grillo è fatto così. Ma quando si innervosisce può diventare anche volgare».

Il leader del Movimento 5 Stelle ha atteso 48 ore prima di replicare. E ora reagisce. Dal suo blog senza nominarlo, sembra far riferimento a Benigni quando chiede: «Gli artisti invitati sul palco (della festa nazionale del Pd, ndr) lo fanno per solidarietà verso il pdmenoelle o a fronte di un ricco cachet? E questo cachet a quanto ammonta?»

Lucio presta, manager di Roberto Benigni risponde a stretto giro chiarendo: «Noi siamo vecchio stile, per abitudine non prendiamo soldi dai partiti e anche questa volta non abbiamo incassato nulla dal Pd, ma dai biglietti venduti per lo show». Presta precisa che «nel mondo dello spettacolo se c'è gente che viene a vedere l'artista e paga, incassiamo, altrimenti no». E aggiunge: «Non c'è nessun minimo garantito. Se poi Grillo vuole discutere di cachet, anche del suo, naturalmente sono sempre pronto a incontrarlo».

Il leader del Movimento 5 Stelle, sempre dal suo blog, torna a puntare il dito contro i democratici: «Gli incontri annuali per riflettere sul futuro della Nazione (il passato e il presente se li sono già giocati) e per fare un po' di festa in piazza del pdmenoelle costano una cifra. Ma quanto esattamente? Con che soldi sono organizzati? Forse quelli del finanziamento pubblico o grazie alla generosità di imprenditori 'amici' e disinteressati (tipo Riva per intenderci)?»

Tra i bersagli di Grillo finisce anche Maria Anna Madia, che interpellata sui grillini li aveva definiti «antidemocratici e violenti». «Non avrei nessun dubbio - aveva precisato Madia - sceglierei il Pdl e non Grillo». Ora il comico della parlamentare democratica scrive: «Fa parte di quei 32 dipendendi infedeli (22, come lei, del pdmenoelle) che non si presentarono alla votazione sullo scudo fiscale».

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