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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2012 alle ore 13:00.
L'ultima modifica è del 20 settembre 2012 alle ore 09:21.

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La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini (Ansa)La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini (Ansa)

Ancora incerti gli equilibri della maggioranza di centrodestra che governa il Lazio, stretta tra lo scandalo per la gestione dei fondi per l'attività politica del gruppo Pdl, le minacce di dimissioni della governatrice Renata Polverini, che ha imposto una frettolosa cura dimagrante delle costi della politica regionale, e i maldipancia degli ex An che temono le ricadute di un partito allo sbando senza un impegno in prima persona di Silvio Berlusconi. È in programma un vertice tra il Cavaliere e lo stato maggiore del Pdl. Si parlerà delle fibrillazioni interne al partito e del cosiddetto "Laziogate". Il segretario nazionale Angelino Alfano ha convocato a Roma per martedì 25 i capigruppo e i vicecapigruppo di tutti i consigli regionali d'Italia. La parola d'ordine è: «mai più quello che è accaduto nel Lazio».

Colloqui e operazione "taglia costi"
Quella di oggi sarà l'ennesima giornata di trattative e incontri, dopo la convulsa giornata di ieri in cui si sono rincorse voci di dimissioni della governatrice (in pressing sui vertici Pdl per avere le mani libere sul Consiglio regionale e, soprattutto, sul futuro di Francesco Battistoni, capogruppo del Pdl di cui Polverini chiede da giorni le rimozione) culminate con un colloquio con Silvio Berlusconi che avrebbe usato parole rassicuranti sul suo appoggio politico all'operazione "taglia costi" messa in campo dai vertici della Pisana, e chiesto in pratica una tregua tra le varie componenti della maggioranza per evitare contraccolpi elettorali in un momento politico particolarmente delicato, anche viste le incertezze sulla legge elettorale.

A far salire la tensione, anche il successivo incontro della Polverini con il ministro dell'interno Rosa Maria Cancellieri per un parere sulle modalità tecniche e giuridiche di un eventuale ricorso alle urne, in caso di dimissioni della governatrice del Lazio. Domani, i tagli chiesti dalla Polverini saranno invece all'ordine del giorno per l'approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale.

Il pressing degli ex An
Oltre a dover "gestire" il caos politico della sua maggioranza alla Regione Lazio Berlusconi è chiamato a dare risposte agli ex An, anche loro incontrati nella serata di ieri nel corso di un vertice cui ha partecipato anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano. I diretti interessati, La Russa e Gasparri in testa, smentiscono ogni ipotesi di scissione, circolate alla vigilia, forse anche a causa del forfait di Berlusconi alla festa di Atreju. Uno «sgarbo», secondo alcuni ex aennini, che comunque pongono questioni concrete sul il futuro del partito, la linea politica, le alleanze e soprattutto la ridiscesa in campo o meno del Cavaliere e una presa di posizione netta contro eventuali larghe coalizioni o sostegni a un Monti bis. Anche con loro, Berlusconi avrebbe usato parole rassicuranti, ma il tempo delle risposte chiare sembra arrivato.

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