Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2012 alle ore 16:31.

My24

Per evitare di essere travolta dal ciclone Laziogate lei vorrebbe lasciare, ma lui le ha detto che no, è meglio non farlo. Renata Polverini e Silvio Berlusconi alla fine non si sono incontrati, si sono sentiti al telefono. L'ex premier le avrebbe consigliato di recedere dai suoi propositi pena, non solo una possibile debacle del Pdl a Roma (dove si vota tra pochi mesi) ma anche in Lombardia. La governatrice ha preso tempo e intanto ha ottenuto la testa del capogruppo Pdl in consiglio regionale Francesco Battistoni, che oggi si è dimesso.

«Resistere», «non mollare adesso», «chiedere pulizia» sono le parole d'ordine che Berlusconi le avrebbe suggerito, rassicurandola sul fatto che lui stesso e tutto il Pdl siano con lei. Polverini non darà risposte prima di domani, quando riunisce il consiglio regionale del Lazio. Ma su una delle questioni sulle quali non sembrava disposta a discutere è già stata accontenta: Francesco Battistoni si è dimesso. La decisione è arrivata dopo un incontro nella sede nazionale del partito, a via del'Umiltà, dove i vertici del Pdl, con Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, hanno convocato coordinatori e capigruppo. Per il suo posto si fanno i nomi di due ex An, Antonio Cicchetti o Chiara Colosimo.

Diversa la vicenda che riguarda il possibile allontanamento del presidente del Consiglio Regionale Mario Abruzzese, altra condizione posta inizialmente da Polverini, che però avrebbe fatto un passo indietro, anche per via della necessità di tempi troppo lunghi.
Se la governatrice decidesse di dimettersi con lei andrabbero a casa i componenti di giunta e tutti i consiglieri. Lo stabilisce l'articolo 44 dello statuto regionale.

Polverini tiene tutti con il fiato sospeso. Ma ricorda di aver «condizionato» il suo «impegno al consiglio». «Non sono disposta», chiarisce «a pagare le colpe di altri», «sono una persona onesta, non ho mai rubato nulla e respingo scenari raccapriccianti».
La decisione sulle dimissioni la chiarirà domani quando si riunisce il consiglio sui tagli ai costi della politica chiesti dalla stessa governatrice, che proprio sull'ok alla sforbiciata aveva condizionato il suo impegno ad andare avanti. «Non è mia abitudine chiedere la testa» di nessuno ha precisato, aggiungendo che il Pdl è un partito che «sostiene la maggioranza» e «ci ha messo nei guai attraverso persone che si sono rivelate poco per bene». Per il resto bocca cucita («qualcuno parla al posto mio»).

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi