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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2012 alle ore 14:54.

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Taglio dei consiglieri regionali, da un minimo di 290 a un massimo di 600 poltrone, e passaggio al sistema di calcolo contributivo per la determinazione del trattamento previdenziale. E poi, ancora, sforbiciata alle indennità, con le spese di chi è eletto e dei gruppi che andranno sottoposte a certificazione. Porta chiusa alle autocertificazioni. Verifiche della Corte dei conti sui bilanci dei partiti. Sono questi, in estrema sintesi, i punti base del provvedimento che interviene sui costi della politica. Per le Regioni che non si adegueranno alle nuove regole, scatteranno sanzioni. Il decreto dovrebbe essere all'esame del consiglio dei ministri di giovedì. Ieri il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha sottolineato: vanno commissariati i Governatori non virtuosi. Nel prossimo Cdm dovrebbe approdare anche il decreto Sviluppo bis.

Linee guida suggerite dalle Regioni
Le linee guida per mettere mano ai tagli sono state suggerite dalle Regioni. Il decreto recepirà le richieste avanzate dai Governatori. Ora il Governo deve produrre un testo, che sia in grado di coprire le spalle contro eventuali ricorsi presentati dai diretti interessati. Dal 2008 degli oltre mille ricorsi alla Corte costituzionale, infatti, oltre 600 riguardano il contenzioso Stato - Regioni (si veda Il Sole 24 Ore di oggi).

Bersani: il Governo assuma per decreto la proposta delle Regioni
«Il governo - ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, all'assemblea per il Sud a Lamezia Terme - assuma per decreto la proposta portata dalle Regioni, tramite Errani e si facciano i tagli in pochi giorni. Poi pero' si vada avanti e si pensi a riforme sul sistema delle autonomie».

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