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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2012 alle ore 16:05.

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È di 10 miliardi di euro, in termini di prodotto interno lordo, la perdita di ricchezza causata dalla corruzione in Italia. E, ancora, il 12% degli italiani ha subito la richiesta di una tangente: circa 4 milioni e mezzo i cittadini italiani coinvolti. È anche allarme "corruzione ambientale": dal 1° gennaio 2010 sono state 78 le inchieste relative a episodi di corruzione legati ad attività dal forte impatto ambientale, 15 le regioni coinvolte, 34 procure impegnate. A dirlo il dossier "Corruzione, le cifre della tassa occulta che inquina ed impoverisce il paese di Libera, Legambiente e Avviso Pubblico, presentato questa mattina presso la sede della Fnsi. Le associazioni chiedono di approvare rapidamente il disegno di legge anticorruzione.

Nel mondo si pagano più di 1.000 miliardi di dollari di tangenti
Secondo la World Bank, nel mondo si pagano ogni anno più di 1.000 miliardi di dollari di tangenti e va sprecato, a causa della corruzione, circa il 3% del Pil mondiale. Applicando questa percentuale all'Italia, si calcola che annualmente l'onere sui bilanci pubblici è nella misura di 50-60 miliardi di euro l'anno, «come una vera e propria tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini». Il peggioramento di un punto dell'indice di percezione della corruzione (Cpi) in un campione di Paesi determina una riduzione annua del prodotto interno lordo pari allo 0,39% e del reddito pro capite pari allo 0,41% e riduce la produttività del 4% rispetto al prodotto interno lordo. Visto che l'Italia nel decennio 2001-2011 ha visto un crollo del proprio punteggio nel Cpi da 5,5 a 3,9, si stima una perdita di ricchezza causata dalla corruzione pari a circa 10 miliardi di euro annui in termini di prodotto interno lordo, circa 170 euro annui di reddito pro capite e oltre il 6% in termini di produttività.

Non solo danni economici
E se il costo diretto della corruzione, stimato all'incirca in 60 miliardi di euro, è un fardello pesante per i disastrati bilanci dello Stato, allarmanti sono anche i danni politici, sociali e ambientali: la delegittimazione delle istituzioni e della classe politica, il segnale di degrado del tessuto morale della classe dirigente, l'affermarsi di meccanismi di selezione che premiano corrotti e corruttori nelle carriere economiche, politiche, burocratiche, il dilagare dell'ecomafia, attraverso fenomeni come i traffici di rifiuti e il ciclo illegale del cemento, che si alimentano quasi sempre anche grazie alla connivenza della cosiddetta "zona grigia", fatta di colletti bianchi, tecnici compiacenti, politici corrotti.

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