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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2012 alle ore 11:22.
È ripartito dopo la pausa estiva il processo a Silvio Berlusconi per il caso Ruby con una udienza dedicata a uno dei temi più caldi, quello sui presunti rapporti tra Ruby e il Presidente egiziano, Hosni Mubarak.
Il primo testimone é Valentino Valentini, l'ex consigliere per le relazioni internazionali per Palazzo Chigi, che ha ricordato come nel maggio 2010, mese prima del fermo di Ruby, si tenne un vertice bilaterale Italia-Egitto.
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«Durante il pranzo, in una fase più rilassata, Berlusconi disse a Mubarak di avere conosciuto una ragazza egiziana di una famiglia a lui vicina che si chiamava Ruby e ne nacque una conversazione piuttosto confusa. Mubarak chiese "Ruby, la famosa cantante?" e anche i menbri
dell'entourage dicevano la loro».
Domanda il Pm, Ilda Boccassini: «Si parlò di un grado di parentela?». «No, ma di una familiarità». Valentini ha anche raccontato di quando, nel mese di giugno, durante un viaggio in Francia, Berlusconi venne aggiunto dalla notizia del fermo di Ruby. «Fu una mia iniziativa - spiega Valentini - quella di contattare la Questura di Milano per capire cosa stesse accadendo. Dissi a Berlusconi che se voleva potevamo intervenire. Lui mi disse: sì, digli che c'é una ragazza egiziana senza documenti, vedi se ti puoi informare». «Eravamo sull'aereo, il capo scorta
chiamò il capo di Gabinetto della Questura di Milano, Ostuni, e gli spiegò la situazione; a questo punto il Presidente fece segno di passargli il telefono».
«Il Presidente disse a Ostuini, che era stata fermata una ragazza egiziana innocua sprovvista di documenti e si offrì di mandare la consigliera regionale Minetti per aiutare l'identificazione e alla fine disse: mi risulta che potrebbe essere parente del Presidente egiziano Mubarak».
«Ricordo che il nome Ruby a un certo punto venne fatto». Ad affermarlo é stato Giancarlo Galan, ex presidente del Veneto, anche lui sentito come testimone al processo Ruby, in relazione alla sua partecipazione nel maggio 2010 a un vertice Italia-Egitto.
A quell'epoca, Galan era ministro dell'Agricoltura. «Il pranzo durò tre ore, io ero seduto due posti a sinistra rispetto a Berlusconi. Non si trattò di una colazione particolarmente entusiasmante, parlava sempre Berlusconi, l'interprete traduceva e Mubarak non era molto brillante. Ricordo che il nome Ruby a un certo punto venne fatto. Onestamente - aggiunge - non prestai grande attenzione al dialogo, da quel che capii parlavano di una bella donna egiziana e l'idea che mi feci era che si trattasse di un'attrice o di una cantante».
Il pm Ilda Boccassini gli contesta un «palese contrasto» con la deposizione resa agli investigatori il 28 gennaio 2011 quando affermò che Mubarak indicò Ruby come appartenente alla cerchia familiare del presidente egiziano.
«L'idea che mi feci era che potesse essere o una parente, o più probabilmente un'attrice o una cantante che frequentava quella cerchia - ribatte Galan -. Era Berlusconi che aveva introdotto quell'argomento e ho avuto l'impressione che Mubarak la conoscesse». «Com'é che ricorda solo quello che disse Berlusconi e non la riposta di Mubarak?», chiede Boccassini. «Ascoltavo con molta più attenzione quello che diceva Berlusconi» é la risposta.
Prima di Galan, ha testimoniato il diplomatico Bruno Archi, anch'egli presente al pranzo con Mubarak. Anche lui conferma che si parlò di Ruby. Gli chiede Ilda Boccassini: «Ci spiega meglio il contesto della frase di Berlusconi su Ruby, che non capiamo come possa avere suscitato l'interesse dei presenti?». «Berlusconi - risponde - aveva chiesto a Mubarak se la ragazza facesse parte della sua cerchia familiare, fu questo a suscitare l'interesse». «Cosa rispose Mubarak?». «Rimase incuriosito, ma non capì bene la domanda, c'era molta confusione, eravamo a fine pasto e ci furono anche problemi di interpretariato. Mubarak non rispose ma gli altri iniziarono a interloquire dicendo che conoscevano una famosa cantante di nome Ruby».
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