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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2012 alle ore 11:04.
«La campagna per le primarie deve ispirarsi a criteri di sobrietà e di trasparenza e di rispetto reciproco tra i candidati». Questo è scritto, tra l'altro, nel documento presentato all'assemblea nazionale del Pd che si è svolta a Roma. «A questo fine dovrà essere prevista l'istituzione di un collegio dei garanti dotato di adeguate possibilità di regolamentazione, verifica e intervento». L'assemblea è stata definita da Bersani come «cruciale e solenne». «Siamo sotto gli occhi del mondo», ha detto, raccomandando «compostezza« della discussione. «Questo darà il segno delle possibili prospettive per l'Italia».
L'assemblea sembra accontentare tutti
Alla fine lo "psicodramma", per usare le parole di Rosy Bindi, non c'è stato. Anzi l'esito dell'assemblea nazionale sembra accontentare tutti. Bersani ha ottenuto l'ok alla modifica dello Statuto che permetterà a Renzi di candidarsi e un mandato pieno dai big del Pd. E Renzi si dice fiducioso nell'opera di mediazione del segretario sulle regole per le primarie. Ma anche i dirigenti democratici che avevano espresso le loro «oneste preoccupazioni» sembrano soddisfatti, sia quelli pro Renzi come Gentiloni che leggono nelle regole approvate oggi una maggiore apertura, sia quelli anti Renzi come gli ex popolari che invece sottolineano come in realtà il Documento approvato oggi sia lo stesso predisposto dalla commissione Statuto qualche giorno fa e che aveva fatto gridare Renzi al complotto.
A Bersani il mandato di definire il manifesto politico della coalizione con gli alleati e regole primarie
L'assemblea nazionale del Pd ha affidato all'unanimità al segretario Pier Luigi Bersani il mandato a definire con gli alleati il manifesto politico della coalizione e le regole per le primarie.
Se ne usciamo bene non ci ammazza più nessuno
«Se usciamo bene dalla vicenda delle primarie, non ci ammazza più nessuno». Pier Luigi Bersani nella replica all'assemblea nazionale del Pd si è rivolto così ai dirigenti del partito che temono che la competizione con Renzi possa indebolire il progetto. «Invito i perplessi a superare le
remore», ha detto il segretario. «Ci sono onesti obiettori alla proposta di modifica del regolamento» che permetterà al sindaco di Firenze di correre
alle primarie, ha spiegato Bersani, «mi viene riconosciuto che è una scelta personale, nobile, ma anche che il Pd non è solo di Bersani. Vorrei fosse chiaro se mai pensassi che la mia nobiltà potesse recar danno al Pd sono capace di rinunciare alla generosità. Ma non è questo, non pretendo di essere infallibile ma potrete riconoscere che qualche elemento in più valutazione posso averlo, e credo che accettare il rischio per il Pd è sempre meglio che accettare la certezza di un danno per il Pd. I probolemi si possono esorcizzare quando sono piccoli, quando sono
seri bisogna affrontarli in campo aperto, con un spinta, con fiducia e combattimento».
Si aprirà il tavolo delle regole
Si aprirà successivamente il tavolo delle regole con gli alleati e allora si tornerà sicuramente a discutere di registrazione e albo, come di programma e alleanze, con Vendola ma anche con Casini. E a dimostrazione che la partita sia solo rinviata e per nulla chiusa si può notare come pochi minuti dopo la conclusione dell'assemblea già si è riaperta la polemica sull'iscrizione all'albo, oggetto di un emendamento bindiano poi ritirato con soddisfazione dei renziani: si può fare al primo e al secondo turno o solo al primo turno e in luoghi diversi o nello stesso? La questione ovviamente non è irrilevante se si tratta di coinvolgere il maggior numero di persone anche non militanti del Pd.
Bersani ha chiesto lo stop per gli emendamenti invisi ai Renziani
«I documenti presentati parlano già chiaro, dobbiamo discutere con la coalizione, quindi la mia indicazione è fermiamoci lì», ha detto Pier Luigi Bersani, chiudendo il suo intervento di replica, invita a ritirare gli emendamenti presentati al documento sulle regole, contro i quali i renziani hanno già levato gli scudi..
Oggi un capolavoro di democrazia
«È stato un capolavoro di democrazia. Il Pd si conferma l'unico grande partito in Italia capace di discutere e decidere sul serio». Così Pier Luigi
Bersani commenta l'esito dell'assemblea del Pd al termine delle
votazioni.
Marini: inaccettabile l'assenza di Renzi
Molto criticata dall'assemblea del Pd l'assenza di Matteo Renzi («che si aggira per l'Italia come in un format») ed «è qualcosa che non possiamo passare sotto silenzio», ha detto l'ex presidente del Senato, Franco Marini in un duro j'accuse contro il sindaco di Firenze di fronte all'Assemblea del Pd.
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