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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2012 alle ore 17:21.

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L'assenza di Renzi all'assemblea nazionale, ai democratici proprio non è andata giù. In molti, lo dice apertis verbis Stefano Fassina, è parso «un segnale di scarso rispetto verso la comunità di cui fa parte». Ma il responsabile economico del Pd se la prende con il sindaco di Firenze soprattutto perché, a suo dire, copia il programma dei democratici, in particolare quello per l'occupazione femminile. Fassina scrive su Facebook: «A Matteo Renzi dobbiamo cominciare a chiedere i diritti d'autore». «Anche oggi, a proposito di occupazione femminile e asili nido, fa taglia-incolla delle proposte approvate dall'assemblea nazionale del Pd».

Poi la stoccata sulla mancata partecipazione all'assise di sabato scorso: «È vero che lui non può saperlo perché non partecipa, ma almeno qualcuno dei suoi potrebbe dare una letta ai documenti programmatici del partito a cui é iscritto».
I fan di Renzi reagiscono: «Vergognati», dice a Fassina Filippo Filippini. E Alessio Nincheri: «È un passo avanti, visto che fino a ieri gli si é detto che era di destra». Francesco Nicodemo: «Fassina ha sempre affermato che Renzi è di destra», le conclusioni: «il Pd è di destra e i programmi del Pd sono di destra».

Lo stesso segretario, Pier Luigi Bersani, intervistato ieri da Fabio Fazio a Che tempo che fa aveva rimproverato al rivale per le primarie l'assenza di sabato. Sulla questione torna anche Matteo Colaninno: «Se fossi stato in Matteo Renzi sarei sicuramente andato all'assemblea nazionale, anzi non sarei riuscito a non andare». Mentre Beppe Civati ricorda la visita di Renzi ad Arcore, da Silvio Berlusconi, «è rimasta un po' una questione irrisolta». E sottolinea quello che, a suo dire è «un limite nella sua azione: quello di non costruire una relazione politica vera con altri soggetti».

Intanto Nichi Vendola dopo l'attacco di ieri («in Renzi c'è una marcata adesione a modelli culturali che io penso debbano essere rottamati»), oggi sostiene che «l'endorsement della destra» per il sindaco «alla fine diventerà un danno per lui». Quanto alle primarie: «Il cuore della coalizione è il programma, e il programma non può essere una sorpresa», «ci deve essere una base comune».

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