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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2012 alle ore 21:20.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2012 alle ore 12:59.

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Presidio davanti a Montecitorio
In mattinata i lavoratori sono scesi in piazza a Montecitorio per chiedere che sul testo bipartisan che amplia la platea dei lavoratori oggetto di salvaguardia si vada avanti. Il presidio è stato organizzato da Cigl, Cisl e Uil. A pochi metri di distanza la Camera esaminava la proposta di legge. Secondo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, occorre andare oltre la logica dei numeri e delle coperture: il Parlamento deve insistere, ha spiegato; è necessario che vada avanti con la sua proposta. La sindacalista ha ricordato che l'Esecutivo si è costruito da solo questa trappola, quindi «devono trovare una soluzione». «La legge di stabilità è una manovra mascherata - ha concluso -. Se non ci saranno risposte su reddito e lavoro sarà sciopero generale».

I lavoratori esodati: la proposta non è una contro riforma
Nel pomeriggio la Rete dei comitati Mobilitati ed Esodati ha incontrato alcuni parlamentari per sollecitare il via libera della proposta di legge. Proposta che, hanno sottolineato, non è una "contro-riforma", in quanto si limita a intervenire sul decreto attuativo cosiddetto "Salva-esodati" del 1 giugno, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 24 luglio. Si tratta, hanno messo in evidenza, di togliere i paletti posti per accedere al requisito della salvaguardia visto che, sostengono, questi requisiti sono stati aggiunti in maniera illegittima, non essendo nemmeno previsti nell'articolo 14 del Salva Italia.

Il nodo copertura: cinque o trenta miliardi?
Rimane però da chiarire quale sia l'ammontare della copertura necessaria a realizzare il testo unificato uscito dalla Commissione lavoro. Nonostante non ci siano ancora cifre ufficiali, alcuni indiscrezioni parlano di una somma che va da 30 a 32 miliardi, contro i cinque che, secondo il capogruppo del Pd in Commissione lavoro e primo firmatario del testo Cesare Damiano, dovrebbero servire. Il vice presidente della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola (Pdl) ha osservato: «Quella degli esodati è una brutta pagina: siamo venuti in Aula con un progetto di legge con una copertura finta, in cui si parla di 5 miliardi quando i miliardi sono 30, nei prossimi 10 anni. Questo non è un gesto responsabile». Per Camusso non c'è alternativa: il governo deve «trovare le risorse di anno in anno, basterebbe la patrimoniale».

La proposta: nuovi scalini e platea degli esodati più estesa
La proposta che era all'esame dell'Aula della Camera e che ora torna in Commissione rivede la riforma Fornero, prevedendo la possibilità di andare in pensione a 57 anni con 35 anni di contributi. In particolare con questa contribuzione sarebbe possibile andare in pensione, dal gennaio 2013 al 31 dicembre 2015, a 57 anni per le lavoratrici dipendenti, a 58 per le autonome e i lavoratori dipendenti e a 59 per i lavoratori autonomi; dal primo gennaio 2016 al 31 dicembre 2017 - invece -si uscirebbe a 59 anni per i dipendenti e a 60 anni per gli autonomi. Il trattamento sarebbe liquidato con il contributivo, anche per il periodo precedente al 1996. Quanto agli esodati, i termini per determinare la platea verrebbero estesi dal 4 al 31 dicembre 2011. La scadenza non riguarderebbe più la data entro la quale il rapporto di lavoro va risolto ma quella entro la quale gli accordi, individuali o collettivi, vanno stipulati. Sarebbe poi possibile accedere al pensionamento in via anticipata anche per i lavoratori del pubblico impiego. La copertura di queste misure dovrebbe essere garantita dai proventi della tassazione dei giochi online.

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