Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2012 alle ore 07:18.

My24

Il Fondo monetario internazionale ha rivisto in peggio le previsioni sull'economia globale, rilevando che "la ripresa ha subito nuove battute d'arresto mentre l'incertezza pesa con forza sulle prospettive". Ora per quest'anno l'istituzione di Washington si attende una crescita globale del 3,3 per cento, in netto rallentamento dal 3,8 per cento del 2011 e dal 5,1 per cento del 2010, mentre sul 2013 il Fmi stima un più 3,6 per cento.
Le nuove previsioni sono contenute nel World Economic Outlook presentato alle assemblee autunnali assieme alla Banca Mondiale, che quest'anno si svolgono a Tokyo. Sul 2012 la stima è stata abbassata di 0,2 punti percentuali, sul 2013 di 0,3 punti.

Nella sua analisi il Fmi parla di fattori ben noti che stanno guidando l'economia - come i piani di risanamento dei conti e la debolezza finanziaria che frenano la crescita, laddove all'opposto le politiche monetarie espansive, fatte di tassi bassi tendono a stimolare l'attività - ma non solo. "Al lavoro sembra esserci di più di queste forze meccanicistiche - scrive il capo economista Olivier Blanchard nell'editoriale - ovvero un generale clima di incertezza". E' difficile valutarne esattamente gli effetti e la natura, ma se si riuscisse a smorzare questa incertezza, afferma il Fmi, la situazione potrebbe evolversi ben meglio del previsto.

Migliora situazione Italia.
I conti pubblici italiani stanno per tornare in nero. Malgrado la pesante recessione degli ultimi mesi, nel 2013 il bilancio, oramai in pareggio strutturale, al netto del ciclo economico registerà un attivo pari allo 0,7% del Pil (dal -0,5% del 2012) grazie a manovra correttive che nel biennio 2012-2013 toccheranno i 3,4 punti percentuali di Pil.

La previsione è contenuta nel rapporto "Fiscal Monitor" del Fondo Monetario Internazionale - presentato oggi a Tokyo - che segnala come al netto del ciclo stesso il deficit tricolore nel biennio in questione si ridurrà dal 2,7% all'1,8%, il valore più basso tra i Paesi del G7, con la sola eccezione della Germania. In ascesa seppur marginale, il debito pubblico che nello stesso periodo passa dal 126,3% del Pil al 127,8%.

L'Italia in questo modo, rileva l'istituzione di Washington, figura, insieme Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia nel plotone di Paesi europei che entro il prossimo anno raggiungeranno gli obiettivi di medio termine (Mto) concordati con l'Unione europea nell'ambito del Patto di stabilità e crescita. E sempre l'Italia, insieme ad Australia, Canada, Francia e Germania, e all'eurozona nel suo complesso figura come uno dei Paesi che ha centrato l'obiettico stabilito nel 2010 nel vertice gruppo dei venti (G20) a Toronto di dimezzare il deficit pubblico entro il 2013.

Italia e Spagna «stanno pagando tassi d'interessi più alti di quanto possa essere spiegato dai tradizionali fondamentali, inclusi debito e deficit, crescita e inflazione». Il giudizio é contenuto nel Fiscal Monitor del Fondo monetario internazionale, secondo cui «gli alti spread sovrani hanno spinto» Roma e Madrid «ad accorciare la scadenza delle nuove emissioni per ridurre i costi di finanziamento». Tuttavia, si legge ancora nel Rapporto, i bisogni finanziari in rapporto al Pil necessari al Governo italiano per coprire il debito a scadenza sono destinati a scendere, dal 30,1% del 2012 al 25,4% del 2014, passando per il 25,3% del 2013.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi