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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2012 alle ore 15:55.

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Monti: contrasto possibile solo con politica organica di prevenzione
Nella presentazione del rapporto di oltre 400 pagine predisposto dalla Commissione sulla prevenzione del fenomeno corruttivo presieduta dal consigliere Roberto Garofoli è lo stesso premier Monti a rilevare come «Il diffondersi delle pratiche corruttive mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall'estero, determina quindi, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese. È per queste ragioni che la lotta alla corruzione é stata assunta come una priorità del governo». Per questo, occorre promuovere «una strategia di tipo 'integrato'», elaborando e mettendo in atto una politica «organica», che «miri al tempo stesso alla prevenzione ed alla repressione del fenomeno».

Grandi opere, effetto costi occulti e ritardi Pa
Le cattive notizie raccolte nel Libro Bianco arrivano soprattutto dal fronte delle grandi opere, dove i costi «economici« della corruzione si quantificano in «diversi miliardi di euro». In Italia si assiste, in particolare, ad «un aumento dei costi strisciante le grandi opere, calcolato intorno al quaranta per cento», stima basata su dati della Corte di Conti riferiti al 2009. A questi costi si aggiungono quelli, di ancor meno agevole quantificazione , sempre economici ma «indiretti», ovvero i costi connessi ai ritardi nella definizione delle pratiche amministrative, al cattivo funzionamento degli apparati pubblici e dei meccanismi previsti a presidio degli interessi collettivi.

Crescita economica doppia se Italia più virtuosa
La corruzione rappresenta anche il principale handicap per la crescita economica dell'Italia. Se il nostro Paesi si collocasse, infatti, tra i meno corrotti, il tasso di crescita economica sarebbe stato oltre il triplo a breve termine e circa il doppio a lungo termine (1970-2000). Se nel breve periodo, la corruzione, «può essere funzionale ad assicurare il superamento di sacche di inefficienza» dell'apparato statale, nel lungo periodo «si stabilisce una relazione inversamente proporzionale tra diffusione della corruzione e crescita economica», rileva la commissione.

Corruzione Pa freno alla crescita delle pmi
La corruzione, poi, frena il progresso tecnologico delle imprese, «incentivate ad investire nel mercato della tangente anziché in quello dell'innovazione e della ricerca». Secondo un recente studio della Banca Mondiale, citato nel Rapporto, le «imprese costrette a fronteggiare una pubblica amministrazione corrotta e che devono pagare tangenti crescono in media quasi del 25% di meno di imprese che non fronteggiano tale problema». Ad essere più fortemente colpite sono le piccole e medie imprese e le imprese più giovani: le piccole imprese hanno un tasso di crescita delle vendite di più del 40% inferiore rispetto a quelle grandi.

Sanità settore a rischio per acquisti "rigidi" di beni e servizi
Se la sanità rappresenta la voce principale del bilancio delle Regioni, il settore «è inevitabilmente tra quelli maggiormente esposti al rischio di corruzione». Come spiega il Rapporto corruzione, quello del welfare sanitario è uno dei fronti «più rilevanti in termini di spesa pubblica, la cui consistenza si é accresciuta negli ultimi due decenni, come dimostra l'aumento significativo della spesa regionale rispetto a quella dello Stato e degli enti locali». Rispetto ad altri settori finanziariamente consisti ma dove prevale la spesa per stipendi o pensioni (vedi la Pubblica istruzione), la Sanità è caratterizzata «da una spesa meno rigida, in quanto particolarmente segnata dagli acquisti di beni e servizi.

Il ruolo delle decisioni amministrative
Si tratta, dunque, di un settore in cui grandi quantità di denaro vengono gestite da decisioni amministrative, che si rinnovano frequentemente, dunque esposte ai tentativi di condizionamento illecito, che possono assumere varie forme: spese inutili, contratti conclusi senza gara, gare svolte in modo illegale, assunzioni e inquadramenti illegittimi, falsità e irregolarità nella prescrizione di farmaci e simili, inadempimenti e irregolarità nell'esecuzione dei lavori e nella fornitura di beni».

Prescrizione, Severino: «tema complesso, serve tavolo»
La presentazione del rapporto è stata anche l'occasione per tornare sui contenuti del Ddl ancticorruzione, licenziato in terza lettura mercoledì scorso dal Senato, e sui tempi della prescrizione di alcuni reati fissati dalla riforma. «Non é un tema da risolvere con uno schiocco di dita, né solo con la buona volontà, certamente però non si potrà nemmeno aspettare degli anni» per intervenire, ha sottolineato il Guardasigilli paola Severino. La prescrizione - continua - «riguarda ambiti più estesi di quelli della corruzione». Mi piacerebbe, conclude, arrivare «ad un confronto sul tema con tutte le categorie interessate che potranno dare un contributo, ossia l'avvocatura e i magistrati. Penso all'Unione camere penali, al Csm, all'Anm». Il tavolo dovrebbe essere «snello e veloce» come quello sulla corruzione: «I tavoli non servono per prendere tempo o per far perdere tempo ma servono per costruire soprattutto quando si tratta di fenomeni complessi che richiedono soluzioni complesse».

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