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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 21:15.

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Tutto in un'etichetta. Saranno lanciate nel corso del prossimo Salone del gusto di Torino le prime 50 etichette "narranti", il sistema di etichettatura messo a punto da Slow Food che integra le informazioni obbligatorie già previste dalla legge. I nuovi strumenti saranno introdotti per prodotti realizzati nell'ambito di Presìdi riconosciuti dall'associazione.

«Le nostre etichette – spiega il presidente della Fondazione Slow Food per la biodiversità, Piero Sardo – raccontano la storia del prodotto non solo con le informazioni obbligatorie sull'origine della materia prima, ma anche indicando ad esempio dove è stato allevato un capo di bestiame, quando e dove è stato macellato, come è stato lavorato. Insomma le nostre etichette descrivono nei dettagli l'intera filiera produttiva». Informazioni cioè che riguardano non solo l'ambiente e il territorio d'origine ma anche le tecniche di coltivazione o di allevamento, quelle di trasformazione, di conservazione e commercializzazione. Il tutto perché la qualità di un prodotto va molto al di là delle informazioni organolettiche e nutrizionali.

La scelta messa a punto da Slow Food parte dalla constatazione di come qualità sia «diventato un termine ormai abusato, una parola priva di contenuti. Il proliferare di marchi di garanzia è arrivato al paradosso di svilire il lavoro dei produttori. Siamo invece convinti che l'alternativa a tutto questo sia consentire al consumatore di leggere come è stato realizzato un prodotto». L'idea delle etichette "narranti" si colloca inoltre in un trend che a livello internazionale si sta sempre più consolidando. «Negli Stati Uniti – spiega ancora Sardo – nei menù di molti ristoranti di fascia medio alta si trova sempre più spesso l'indicazione, a volte accompagnata persino dalla fotografia, del fornitore di una determinata materia prima. Il consumatore vuole conoscere. La strada migliore sarebbe quella di promuovere il contatto diretto fra consumatori e produttori, ma laddove questo non è possibile l'ideale è sostituirlo almeno con una informazione esaustiva».

Le prime 51 etichette "narranti" che saranno presentate nel corso del Salone riguardano in 29 casi produzioni vegetali (dagli ortaggi ai legumi, alla frutta), in 6 casi animali o pesci, in 8 formaggi e in 5 salumi.
Slow Food agisce da apripista. Sceglie la strada di indicare informazioni dettagliate in etichetta laddove per molti prodotti, a livello europeo, ancora non è obbligatorio indicare l'origine. Come ha ricordato nei giorni scorsi la Coldiretti l'obbligo dell'indicazione d'origine è ad oggi in vigore per le carni di pollo e bovine, per frutta e verdura fresche, per le uova, il miele, la passata di pomodoro, il latte fresco, il pesce e l'olio extravergine d'oliva, ma non è ancora previsto per pasta, carne di maiale e salumi, frutta e verdura trasformata, formaggi.

E proprio nella direzione di assicurare una corretta informazione al consumatore, nel corso del Salone del gusto di Torino sarà presentato da Confederazione italiana agricoltori (Cia), Coop, Alleanza cooperative agroalimentari, "Assieme" l'olio extravergine d'oliva 100% italiano che garantisce la completa tracciabilità del prodotto ma anche l'equa ripartizione del valore aggiunto e della redditività fra i soggetti della filiera.
G.d.O.

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