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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2012 alle ore 12:09.

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L'aula del Senato ha bocciato la sospensiva proposta dal Pd sulla riforma della diffamazione. A favore della sospensiva si erano dichiarati Idv, Udc e Api, contrari Pdl e Lega nord. Il ddl resta all'ordine del giorno dell'aula. L'aula del Senato ha respinto la proposta di calendario alternativo avanzata da Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd, per posporre l'esame del ddl sulla diffamazione all'esame della delega fiscale e dei decreti. L'aula procederà quindi da domani con le votazioni sul ddl
diffamazione, la cui conclusione è fissata per lunedì prossimo. Il vicepresidente di turno Vannino Chiti ha fissato alle 15.30 di questo pomeriggio il termine per i subemendamenti all'emendamento salva-Sallusti presentato dal relatore Filippo Berselli (Pdl).

Schifani : sata diventando una telenovela
«Abbiamo una capigruppo fra pochi minuti, la legge Sallusti sulla diffamazione sta diventando una telenovela», ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, salutando a palazzo Madama una rappresentanza del corso di alta formazione della Scuola superiore per le forze di polizia.

Finocchiaro: il carcere ai giornalisti va cancellato
Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato, ha sottolineato che il Pd aveva «lavorato a un testo condiviso, che non prevedeva la pena detentiva che invece persiste per un colpo di mano di alcuni gruppi contrariamente a quanto invece espresso dalla maggioranza dell'aula. Il testo che stiamo producendo é un testo sbagliato, una legge Frankestein». La senatrice si è detta contraria anche all'emendamento Berselli, che giudica errato «sia perché in ogni caso prevede ancora per alcuni casi la pena detentiva, sia perché é cucito addosso a un caso giudiziario singolo». Siamo ormai di fronte, ha detto «a un testo "irredimibile" dal momento che é stato introdotto il carcere per i giornalisti».

Gasparri: il direttore non ha l'immunità
Il capogruppo del Pdl a palazzo Madama, Maurizio Gasparri ha difeso l'emendamento Berselli, spiegando che non crea un'immunità per il direttore di testata, in quanto se autore dell'articolo diffamatorio è soggetto al carcere come ogni altro giornalista. «Se non l'ha scritto è comunque soggetto a una sanzione, ma sotto il profilo pecuniario».

La Lega ritira le firme per il voto segreto e sostiene l'emendamento Berselli
La Lega ha annunciato che ritirerà, oltre ai propri emendamenti al testo, anche le proprie firme dalle richieste di voto segreto. « Ora guardiamoci negli occhi e proseguiamo con l'esame del ddl», ha detto il vice presidente del gruppo a palazzo Madama, Roberto Mura, invitando tutti ad assumersi «le proprie responsabilità» con voti palesi. Il voto segreto era stato chiesto anche sull'intero articolo 1, che prevede il carcere per i giornalisti fino a un anno reintrodotto grazie a un emendamento dei leghisti. Mura ha precisato che il Carroccio voterà sì all'emendamento del relatore Berselli (Pdl) che esclude il carcere per i direttori responsabili.

Rutelli: non è stato il voto degli incappucciati
Il segretario dell'Api Francesco Rutelli si è difeso in aula dall'accusa di essere "quello che vuole il carcere per i giornalisti". Non è stato «un voto di incappucciati», ha detto nell'Aula del Senato, perchè il voto segreto su questi temi esiste perchè si tratta di "temi delicati". Con l'emendamento della Lega che lascia il carcere per i cronisti, insiste Rutelli, di fatto «abbiamo ridotto il carcere a un anno, mentre ora è fino a 6 anni, e lo abbiamo reso alternativo alla multa».

D'Alia: inopportuno procedere
La reintroduzione del carcere per i giornalisti, ha detto il capogruppo dell'Udc, Giampiero D'Alia, «squilibra quel delicato punto d'intesa che si era trovato e che risiedeva nella necessità di tutelare meglio da una parte la libertà di informazione e, dall'altra, il diffamato». Essendo saltato il punto di equilibrio «riteniamo inopportuna l'idea di proseguire nell'esame di una legge che comunque non vedrà la luce, o non vedrebbe la luce se restassero queste norme, perchè credo che anche alla Camera probabilmente questo testo verrebbe radicalmente cambiato, se non affossato».

Li Gotti (Idv): il ddl peggiora col tempo
«Più passa il tempo, più questo provvedimento peggiora, questo é un dato che é sotto gli occhi di tutti. Oggi possiamo dire espressamente che stiamo facendo una legge per un solo uomo e stiamo piegando gli istituti di carattere generale del codice penale all'esigenza di una sola persona», ha detto Luigi Li Gotti. «Con l'emendamento Berselli - ha detto - si introduce la strana norma per cui due concorrenti nello stesso reato vengono puniti con pene diverse a seconda della qualità soggettiva e questo non é possibile, é palesemente incostituzionale»

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