Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2012 alle ore 21:48.
Il decreto che riorganizzava le province italiane non sarà convertito in legge. E' quanto è emerso dalla seduta della commissione Affari costituzionali che si è tenuta questa sera, preceduta da una riunione ristretta dal presidente di commissione Carlo Vizzini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi e il sottosegretario Antonio Maraschini.
Commissione e governo hanno preso atto della quantità di emendamenti e subemendamenti presentati al provvedimento e hanno ritenuto che non fosse possibile approdare in aula domani pomeriggio come stabilito dal calendario del Senato. "Il destino di questi mesi è di perdere occasioni importanti - ha commentato Vizzini - è stato fatto uno sforzo per trovare le condizioni complessive per approvare questo provvedimento atteso ma non è andato a buon fine".
"Il governo - ha commentato Patroni Griffi - ha fatto quello che poteva. Oggi ha preso atto della situazione". A questo punto sarà necessario probabilmente escogitare una norma che coordini le disposizioni sulle province previste dal decreto salva Italia e dalla spending review. Ma sulla possibilità che questa norma sia inserita nella legge di stabilità Patroni Griffi non risponde: "Probabilmente ci sarà qualche intervento del governo ma ora non so rispondere".
Per il senatore dell'Idv Pancho Pardi non c'è possibilità di convertire il decreto soprattutto "per l'enorme quantità di emendamenti presentati dal centrodestra" ma il capogruppo del Pdl in commissione Gabriele Boscetto si difende: "C'erano tutta una serie di situazioni che andavano messe a posto e i nostri emendamenti tendevano a metterle a posto, non erano gratuiti".
Tuttavia nel corso della seduta di questa sera sia Boscetto che il senatore della Lega Roberto Calderoli hanno rilevato che il tempo da qui alla fine anticipata della legislatura non fosse sufficiente per convertire in legge il decreto.
"Abbiamo fatto un giro di opinioni - ha raccontato il senatore del Pd Enzo Bianco - alla luce del mutato scenario politico. Nonostante lo sforzo di governo e relatori si è deciso di non continuare e di attendere le valutazioni dei capigruppo domani. Noi non siamo in grado di andare avanti, abbiamo perso una grande opportunità".
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Permalink
Ultimi di sezione
-
Fisco
Dichiarazioni Iva, la check list dei controlli - Attenzione alle operazioni con l'estero
di Matteo Balzanelli e Massimo Sirri
-
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
Transfer pricing con rischi penali minimi
di Antonio Iorio
-
PREVIDENZA E ASSISTENZA
Cassa integrazione al massimo per 24 mesi
di di Antonino Cannioto e Giuseppe Maccarone
-
PARLAMENTO E GIUSTIZIA
Meno vincoli sulle società tra avvocati
di Carmine Fotina e Giovanni Negri
-
FISCO E CONTABILITÀ
Dalla Cassazione via libera alla Tari differenziata per i bed & breakfast
di Pasquale Mirto
-
lavoro
Aiuto personalizzato per chi perde il posto