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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2012 alle ore 12:11.

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"A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l'utilizzo del logo del MoVimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri". Poco prima delle 11 di questa mattina sulla pagina Facebook di Beppe Grillo compare questo post che chiude con molta ironia e ancor meno dubbi l'avventura dei due bolognesi ribelli all'interno del Movimento 5 Stelle.

Buttati fuori dal leader, dal capopopolo, da quell'uomo che avevano seguito fino a qualche mese fa come un maestro. Quello stesso uomo che chiamavano, tanto per far capire che loro con lui parlavano ed erano in confidenza, "Beppe". "Beppe ha detto, Beppe è d'accordo, Beppe ha ragione". Beppe li ha sbattuti fuori dal Movimento per eccesso di dissenso, verrebbe da dire.
Cacciati all'indomani della sfuriata sul blog in cui Grillo sbraitava: "Se qualcuno reputa che io sia antidemocratico allora fuori dalle palle".

Detto fatto: il comico ha iniziato a recidere il dissenso come si fa in autunno coni rami secchi. O con me o contro di me. Era inevitabile che 'l'operazione di pulizia' interna del Movimento partisse da Bologna e si rovesciasse sulle teste di Giovanni Favia e Federica Salsi. Il primo, un paio di mesi fa, in un fuori onda che oggi costa una querela al giornalista che ne fu autore, accusò Casaleggio di manovrare in maniera occulta i 5 Stelle e, in un certo senso, di essere il burattinaio che muoveva la marionetta Grillo; non solo, Favia, a telecamere 'spente' lasciò più volte intendere che all'interno del Movimento non era ben visto il dissenso.

La seconda, dopo un'apparizione a Ballarò, venne ripresa dall'ex comico che l'accusò, assieme ad altri attivisti, di avere nella televisione il proprio punto G. Salsi, per niente votata al silenzio, gli rispose per le rime e, da quel momento, si mise in attesa (ancora una volta non silenziosa) dell'espulsione.
Espulsione che, come previsto, è arrivata nonostante i due ribelli nelle ultime assemblee degli attivisti avessero fatto l'en plein di consensi.

Se l'espulsione di Giovanni Favia (che per la cronaca fino a qualche mese fa era il pupillo di Beppe) e Federica Salsi si rivelerà un autogol del comico o, di nuovo, una mossa vincente. I due per proseguire la loro carriera politica potrebbero scegliere di finire nei gruppi misti delle rispettive amministrazioni: per Favia quella regionale, per Salsi quella del comune di Bologna.
Certo è che buttare fuori da un movimento (o partito o quel che è) chi non è d'accordo al 100% con le linee guida 'imposte' dall'alto, che a questo punto è proprio il caso di dirlo, non è un chiaro esempio di democrazia.

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