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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2012 alle ore 16:14.

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Nella foto Giorgia Meloni con Guido Crosetto al convegno elettorale "Le primarie delle idee" all'auditorium Concillazione a Roma (Ansa)Nella foto Giorgia Meloni con Guido Crosetto al convegno elettorale "Le primarie delle idee" all'auditorium Concillazione a Roma (Ansa)

Scongiurato, almeno per il momento, il rischio di una scissione dei filo-montiani del centrodestra riuniti oggi a Roma per il lancio della corrente "Italia popolare", il problema per Berlusconi si ripresenta su un altro fronte interno: Giorgia Meloni e Guido Crosetto. «Vogliamo un luogo giusto dove poter lottare e trasformare i nostri sogni in realtà - ha spiegato l'ex ministro della Gioventù chiudendo la manifestazione «Senza paura - Le primarie delle idee», organizzata oggi a Roma assieme allo stesso Crosetto, al suo fianco sul palco - «Se quel luogo é il Pdl lo dobbiamo sapere subito, perché se non lo é siamo pronti a costruirne uno nuovo, con le idee e con chiunque voglia starci».

Fischi anti Monti in sala
Tira aria di scissione, dunque, tra meloniani e crosettiani, anche se nessuno all'Auditorium di via della Conciliazione ne parla apertamente. Molto applaudita, comunque, l'ironia di Crosetto quando ricorda: «Non siamo qui per spartirci le poltrone nè il potere. Se avessimo voluto questo ci saremmo uniti a coloro che dopo averlo avversato oggi chiedono a Monti di candidarsi leader del centrodestra. Mi fa pensare a Mussolini che organizza una festa per Badoglio». A conferma del clima, i fischi che si levano dal pubblico quando sul maxischermo appaiono, in un video, le immagini del premier Mario Monti e del leader del Pdl, Silvio Berlusconi.

Crosetto: «Di fango ne abbiamo visto fin troppo»
«Un centrodestra credibile o ha Scajola e Dell'Utri o ha me e la Meloni». Ribadisce ancora Crosetto, segnado la distanza dall'attuale linea del Pdl: «La credibilità - aggiunge tra gli applausi - non dipende dal simbolo, non la si guadagna cambiandone i colori o il nome, ma con le persone che gli stanno dietro, perché ne bastano 4-5 per portare nel fango tutte le altre. E noi di fango ne abbiamo visto fin troppo». Poco dopo Meloni torna sull'argomento e rincara la dose. «Oggi scegliamo un altro centrodestra - dice - un centrodestra dove non ci si vergogna dei propri compagni di viaggio, non ci si ritrova una casa senza sapere chi l'ha pagata. Un centrodestra in cui non ci siano indagati per mafia e chi ha rubato milioni di euro non si autosospende ma viene buttato fuori a calci».

Assente il leader dei Formattatori, Cattaneo
In sala, ad ascoltare i due oratori già candidati alle primarie del centrodestra che avrebbero dovuto svolgersi proprio oggi, anche Mario Mauro, il presidente del Pdl al gruppo Ppe, insieme a Francesco Storace, Alfredo Mantovano, Giuseppe Moles, Debora Bergamini e Marco Taradash. Presenti anche i 'gabbiani' di Fabio Rampelli, mentre il leader dei Formattatori Alessandro Cattaneo, ha preferito non essere della partita censurando l'idea di una nuova corrente interna al Pdl: «Il nostro orizzonte si chiama Monti - ha spiegato alla vigilia - e si inserisce nell'area moderata che attorno all'attuale premier vorrà continuare il percorso riformatore senza preconcetti ideologici e steccati del passato».

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