Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2013 alle ore 07:49.

My24

Non vi è dunque alternativa a tagliare la spesa. Ma come, in concreto? I tagli ai costi della politica sono sacrosanti, ma nel migliore dei mondi possibili arriveremo diciamo a 5 miliardi. Per i pacifisti, esageriamo e supponiano che si dimezzi la spesa per la difesa, risparmiando 7 miliardi. Per gli oppositori (come il sottoscritto) della Tav, di altre opere inutili come Expo 2015, e dei sussidi alle imprese, esageriamo ancora e supponiamo che si riducano di un terzo le spese in conto capitale, risparmiando 15 miliardi. Rimangono circa 45 miliardi, e probabilmente molti di più, da dividere tra pensioni, altri trasferimenti alle famiglie, sanità, giustizia, scuola, università, polizia, e altre spese di funzionamento.

Una possibilità sostenuta da molti è di concentrare la spesa sui più vulnerabili. Ma prendiamo la spesa per pensioni: 45 miliardi riguardano pensioni sopra i 2500 euro mensili. Anche assumendo una riduzione del 30% (una misura che scatenerebbe la rivoluzione) si otterebbero meno di 15 miliardi. L'alternativa cui ricorrono tutti sono i tagli ai consumi intermedi dello Stato e alle remunerazioni dei dipendenti. Ma non basta enunciarne la quantità, bisogna dire "come" attuarli. Per fare un solo esempio, si è parlato molto in queste ultime settimane della sanità. Ma in Gran Bretagna da quindici anni commissioni su commissioni studiano il problema di come ridurre la spesa sanitaria in un sistema pubblico, senza pregiudicare la qualità dei servizi, e non ne sono ancora venuti a capo. Quante persone in Italia hanno la competenza necessaria per fare una proposta organica e quantitativamente rilevante? Quanti partiti hanno fatto proposte concrete?

Ma non è solo una questione tecnica. Insieme a molti altri, da anni sostengo che le famiglie abbienti dovrebbero contribuire maggiormente a pagare il costo dell'università dei propri figli; la spesa pubblica risparmiata (diciamo 2 miliardi su una spesa totale per l'università di circa 7 miliardi) potrebbe essere usata per prestiti d'onore agli studenti meno abbienti. Proposte simili in Gran Bretagna, Germania e innumerevoli altri Paesi hanno scatenato rivolte studentesche violentissime. Cosa succederebbe da noi, dove l'università è già in rivolta per un taglio di 300 milioni? In qualsiasi dibattito televisivo c'è sempre chi parla della "macelleria sociale" degli ultimi governi, nonostante la spesa per prestazioni sociali non sia mai diminuita. Cosa succederebbe se si tagliasse veramente la spesa per decine di miliardi?

Che ci piaccia o no, il problema dei tagli alle tasse è prima di tutto, e molto semplicemente, un problema di ordine pubblico. Ma non c'è una lista o un commentatore (incluso il sottoscritto, per quel che conta) che sia in grado di proporre un programma dettagliato, credibile, e politicamente sostenibile per affrontarlo.

Shopping24

Dai nostri archivi