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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 20:54.

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La crisi è finita? «Quella finanziaria credo che sia finita, quella dell'economia no, richiede uno sforzo coordinato delle forze politiche, e richiede soprattutto che si riduca la spesa pubblica». Ospite de "Lo Spoglio", la trasmissione di approfondimento politico in onda su Sky Tg 24, con Ilaria D'Amico, il premier uscente Mario Monti non si sbilancia troppo sulla recessione in atto, e rivela: «Nel '94 ho votato Berlusconi» perché convinto che fosse portatore di istanze liberali che poi non si sono realizzate.

I figli «debbono crescere con un padre e una madre»
In chiusura, il premier risponde ad una domanda sulla sua idea di famiglia. Il mio pensiero, scandisce, «é che la famiglia» debba «essere costituita da un uomo ed una donna», dicendo indirettamente no ai
matrimoni gay e no alle adozioni per le coppie omosessuali. E sottolinea: «ritengo necessario che i figli debbano crescere «con una madre ed un padre». I Parlamenti possono comunque trovare « strumenti» per «altre forme di convivenze. Nel nostro movimento ci sono forme pluraliste», rassicura in ogni caso il presidente del Consiglio.

Berlusconi? «Imbrigliato nei suoi conflitti di interesse»
Oggi, spiega invece in apertura della trasmissione, «Io considero un uomo imbrigliato nei suoi conflitti di interesse», sottolineando l'intenzione di intervenire sul fronte dei conflitti di interesse puntando innanzitutto sulla trasparenza: come quando «ho chiesto ai miei ministri di pubblicare una dichiarazione patrimoniale molto completa, e pubblica», richiesta che «ora facciamo anche ai nostri candidati» alle prossime politiche. Nel suo intervento, conferma le ragioni che hanno portato alla sua "salita" in politica: «Io non sono l'antipolitica, sono contro la struttura appesantita attuale dei partiti, immobilizzati da clientele ed interessi», e «voglio dare un messaggio di speranza, l'Italia ha un grande futuro, la soluzione non è l'antipolitica di Grillo».

Io sono «per un'economia sociale di mercato»
«L'aspirazione di tutti, in particolare gli italiani, che ne pagano tante, è pagare meno tasse», spiega. Noi «abbiamo dovuto essere subito molto duri perché la situazione dei conti era drammatica. Io non prendo impegni e non faccio promesse sull'abolizione di tasse e imposte, credo che la vita degli italiani sia stata resa più dura da chi per dieci anni ha fatto promesse che non ha mantenuto». Ad una domanda sui suoi rapporti con le grandi famiglie dei partiti europei Monti racconta di essere «per un'economia sociale di mercato», perché «in Italia come in Europa ci vuole più mercato perché è necessaria più efficienza, ma anche più sociale perché ci sono troppe diseguaglianze sociali».

Il mancato taglio delle province «scelta dei partiti»
«La ricetta per uscire dalla crisi, spiega poi il Professore, che si avvicina anche al monitor dello studio per indicare un grafico sull'andamento dello spread, è dunque far dimagrire la spesa statale. Ma cominciando da cosa? «Ci sono sprechi in ogni direzione, occorre fare un intervento paziente ma inflessibile» per ridurre i costi dello Stato. Alcune cose sono state già fatte dal governo uscente, «come la riduzione delle auto blu, ma le cose grosse, come il taglio delle province, sono stati i partiti a non volerle».

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