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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2013 alle ore 07:23.

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dal nostro corrispondente Luca Vinciguerra

SHANGAI - L'economia cinese scongiura l'atterraggio duro rischiato nel 2012. È vero: l'anno del Drago per la superpotenza asiatica è stato il più duro, problematico e difficile dal 1999. Era da quei tempi, infatti, che il prodotto interno lordo di Pechino non cresceva a un tasso tanto "basso", il 7,8%, roba comunque da far invidia al mondo intero, Paesi emergenti inclusi.
Ma nella parte finale dell'annus horribilis la locomotiva ha ripreso a tirare. E così, grazie all'accelerazione registrata dopo l'estate, nel quarto trimestre 2012 il Pil cinese ha segnato un incremento del 7,9%, interrompendo la serie negativa di ben sette rallentamenti trimestrali consecutivi del tasso di sviluppo dell'economia nazionale.
Giusto per comprendere la portata del colpo di reni di fine anno, basti pensare che nel terzo trimestre 2012 l'espansione congiunturale era stata del 7,4 per cento.

A spingere il Pil è stato soprattutto il risveglio della domanda interna. Un risveglio che ha avuto come protagonista il settore chiave dell'economia cinese: l'immobiliare, che di recente ha assistito a una crescita del 30% su base annua delle compravendite, mentre le nuove costruzioni sono ripartite. Il ritorno di fiamma per il mattone, combinato con l'avvio di un gran numero di opere infrastrutturali previste da un pacchetto di stimolo all'economia varato dal Governo in ottobre, ha avuto un effetto traino su tutte le altre variabili macroeconomiche.

Prova ne sia che, a dicembre, la produzione industriale ha registrato un incremento su base annua del 10,3%, il ritmo di espansione più elevato dal marzo scorso. Frattanto, le vendite al dettaglio sono aumentate del 15,2% (mai così forti da un anno a questa parte) grazie soprattutto alle robuste vendite di auto ed elettrodomestici.

Nell'intero 2012, gli investimenti fissi, grazie appunto all'iniezione di spesa pubblica per i grandi lavori (mille miliardi di yuan, circa 126 miliardi di euro) decisa in autunno da Pechino, hanno tenuto attestando il loro tasso di crescita su base annua al 20,6 per cento.

Sulla scorta della ripresina autunnale (a dicembre le esportazioni di made in China nel mondo sono aumentate del 14%), gli economisti prevedono che nel 2013 l'economia del Dragone crescerà ancora a un tasso intorno all'8 per cento.

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TAG: Cina

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