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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2013 alle ore 18:00.
L'ultima modifica è del 24 gennaio 2013 alle ore 13:22.

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Nella foto il premier dimissionario Mario Monti, intervenuto ad un panel promosso dal World Economic Forum di Davos (Reuters)Nella foto il premier dimissionario Mario Monti, intervenuto ad un panel promosso dal World Economic Forum di Davos (Reuters)

Al segretario del Pd «suggerisco, per la seconda volta, di non usare l'espressione "polvere sotto il tappeto", perché al di là di volontà dell'onorevole Bersani, questa espressione può risultare sinistra e far pensare ai mercati che ci sia qualcosa nascosto nel bilancio pubblico». Lo ha affermato il presidente del Consiglio Mario Monti in una conferenza stampa al World Economic Forum a Davos. «Sono sicuro che se Bersani lo pesasse lo direbbe in modo trasparente. Quindi non creiamo o equivoci». Il presidente del Consiglio ha attaccato anche la Cgil.

Monti: «Un sindacato può ritardare le misure necessarie»
In Italia, ha ricordato il professore, un sindacato non può bloccare l'azione di governo, ma può creare «difficoltà» su provvedimenti che molti ritengono necessari, come sul mercato del Lavoro. Sulla riforma del mercato del lavoro, ha ricordato Monti, la proposta del governo ha incontrato l'opposizione «da parte di un sindacato, la Cgil, il governo ha portato la proposta e poi successivamente il Parlamento ha adottato la legge con varie modifiche».

La Cigl? «Sindacato resistente al cambiamento»
In mattinata, intervenuto a un panel a Davos, il professore ha voluto ribadire che il suo impegno in politica è scaturito da un'idea precisa: «L'idea che promuoverei se fossi nella posizione di farlo, è in sostanza di unire le forze pro-riforme che sono disperse nei vari schieramenti, così da avere più energia dietro le riforme».

Parlando di riformismo e riformisti, Monti ha attaccato la Cgil, sindacato «resistente al cambiamento», mentre «all'altro lato dello spettro politico italiano, il partito di destra ha resistito sulle leggi anti corruzione, o sul conflitto di interessi: abbiamo fatto qualcosa, ma dobbiamo unire le forze riformiste per fare di più e dare nuova vita all'economia italiana. I primi beneficiari sarebbero giovani e disoccupati».

Quella stessa forza sindacale - ha aggiunto Monti riferendosi sempre alla Cgil, «anche se invitata ad aggiungersi a tutti gli altri, ha anche detto no a un recente accordo sulla produttività, verso una maggiore decentralizzazione nelle trattative». Per uscire dalla logida dei veti, conclude, «Abbiamo fatto qualcosa, ma dovremo unire le forze pro-riforme per fare di più. Tutto questo porterà nuova luce all'economia italiana e i primi a beneficiarne saranno i giovani e i disoccupati».

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