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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2013 alle ore 18:55.
«Molto gravi»: Daniele Nahum, vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica di Milano e candidato alle elezioni regionali in Lombardia nella lista di centro-sinistra "Con Ambrosoli presidente", bolla così le parole di Silvio Berlusconi su Benito Mussolini. «Un ex presidente del Consiglio ed esponente di uno dei maggiori partiti italiani non può esimersi dal condannare il fascismo nell'interezza della sua disfatta ideologica», scrive Nahum, in una nota.
E una replica netta arriva anche dalla Comunità Ebraica di Roma. «Le leggi razziste sono parte della politica e della storia di tutto il fascismo in Italia - sottolinea la Comunità Ebraica - Le leggi razziste sono il frutto di un progetto politico che annientò le libertà fondamentali dell'Uomo. Il fascismo sopresse il pluralismo, perseguendo la concezione totalitaria del potere. Non è un caso se i padri fondatori della nostra Repubblica Italiana decisero di imporre con la Costituzione il divieto di ispirarsi al fascismo».
«In questa fase concitata che vive la politica italiana - conclude la nota - la Comunità Ebraica di Roma non entrerà nel merito dei programmi e delle alleanze, ma resterà vigile affinché i principi costituzionali siano rispettati e affinché la Memoria non sia attentata».
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