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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2013 alle ore 15:43.

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Pier Luigi Bersani assicura che la vicenda del Monte Paschi di Siena "è un caso assolutamente isolato" nel settore bancario italiano e non rappresenta una minaccia di rischio sistemico. Il leader del Partito democratico lo afferma in un'intervista a Les Echos.

"È un caso assolutamente isolato, anche se altre banche possono essere ricorse a strumenti derivati. Diciamo che il sistema italiano delle fondazioni bancarie garantisce una certa stabilità, ma c'è il rischio di un rovescio della medaglia con rischi di interferenze delle comunità locali". "Quanto all'uso della finanza creativa – continua – siamo molto al di sotto della soglia di altre esperienze straniere. Certo, abbiamo rimproverato al governo precedente e a Giulio Tremonti, l'ex ministro delle Finanze di Silvio Berlusconi, di avere incoraggiato le comunità locali a utilizzare questi strumenti derivati. Ma il nostro sistema bancario è meno esposto di altri ai rischi sistemici".

"Il nostro problema – prosegue Bersani – è piuttosto che, a differenza del resto dell'Europa, abbiamo un sistema bancario che trova la sua solidità nel rapporto con le piccole e medie imprese. Il cordone ombelicale tra l'economia reale e il sistema bancario è molto forte. Il vero rischio sarebbe quindi che le banche chiudessero le saracinesche all'economia reale per rinforzare la loro solidità".

Sul fronte politico, nell'ampia intervista a Les Echos, Bersani apre a Monti: "Sul governo, siamo pronti a discutere con Mario Monti. Toccherà a lui decidersi. Non voglio che il centro-sinistra appaia come settario".
Bersani si dice convinto che chi raccoglierà la maggior parte del voto popolare sarà in grado di governare sia alla Camera che al Senato. "Ma anche se avremo la maggioranza, vista la situazione del Paese, il centro-sinistra non sarà settario e mi impegno a discutere con le forze europeiste, non populiste e costituzionaliste. I nostri avversari sono Berlusconi, la Lega Nord, Beppe Grillo e tutte le forme di populismo anti-europee".

Quanto alla corsa elettorale a tre grandi candidati, Bersani dice non si può dire che sia una novità. "Certo, oggi la proposta centrista è forse più significativa che in passato. Ma nel Paese profondo, sono convinto che ci sia un'esigenza di bipolarismo. Le forze centriste ambiscono a essere un punto di equilibrio, ma nella situazione italiana, non penso che svolgeranno un ruolo determinante".

Bersani punta il dito sulla "deriva morale" rappresentata dal berlusconismo. "Non si scioglierà come neve al sole. Ecco perché la nostra prima riforma sarà una legge contro la corruzione, oltre a un testo sui partiti e una riforma della legge elettorale".

Sul dogma del rigore imposto dalla Germania, Bersani afferma: "Bisogna che la Germania riconosca che ha tratto enorme vantaggio dall'euro, in termini di bilancia commerciale e di economia reale". Il leader Pd vuole aprire una discussione senza spirito polemico: "Sono pronto a dire che l'Italia è disponibile a rafforzare ancor più il controllo reciproco della finanza pubblica. Ma in cambio, bisogna che la Germania riconosca che bisogna trovare delle vie per rilanciare gli investimenti e l'occupazione nella zona euro".

"Il rigore è una condizione necessaria, ma non è un obiettivo", sottolinea Bersani, caldeggiando strumenti nazionali coordinati o europei per rilanciare l'occupazione, come gli euro-bond e i project-bond.

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