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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2013 alle ore 09:47.

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Il presidente del Consiglio Mario Monti ha ribadito la propria fiducia nell'operato della Banca d'Italia in relazione alla vicenda Monte dei Paschi di Siena. «Voglio confermare piena fiducia in Banca d'Italia, in chi la governa e in chi l'ha governata», ha detto Monti questa mattina nel corso della trasmissione televisiva de La7 Omnibus. Circa l'ipotesi di un commissariamento di Mps, il presidente del Consiglio ha invece passato la palla al ministero dell'Economia, spiegando che «è istituzionalmente corretto lasciare a Vittorio Grilli la descrizione e presa di posizione su alcuni aspetti della realtà corrente».

Monti si è anche detto d'accordo con il presidente di Mps Alessandro Profumo circa la necessità, ventilata domenica dal banchiere, di trovare un investitore di lungo termine per salvare l'istituto di credito dai 720 milioni di euro di perdite accumulati in una serie di infelici operazioni sui derivati e di finanza strutturata compiute tra il 2006 e il 2009.

«Alcune carte sono state occultate - ha ammonito però dai microfoni di Radio 24 il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo - e non si capisce quante sono le perdite non contabilizzate. Dobbiamo prima fare un'opera di pulizia all'interno della banca vedere quant'è il patrimonio effettivo della banca stessa. Sulla base di questo poi si potrà ragionare: se il patrimonio è del tutto insufficiente, allora si può pensare probabilmente anche un'ipotesi di nazionalizzazione. Però la premessa di tutto ciò, è capire esattamente come stanno le cose dentro MPS».

Intanto la vicenda del buco nei conti della banca senese assume contorni sempre più torbidi con la notizia, riportata dal Corriere della Sera, che ci sarebbero «indizi concreti» di un accordo illecito tra Santander, Mps e JPMorgan. Oggetto dell'accordo sarebbe stata la vendita da parte degli spagnoli alla banca senese, con la consulenza dalla banca d'affari americana, di Antonveneta. Un'operazione da 9,3 miliardi di euro, saliti a 10,3% per una serie di «oneri aggiuntivi», giunta due mesi dopo l'acquisizione da parte di Santander della stessa Antonveneta per una cifra decisamente più bassa: 6.3 miliardi di euro.

Sabato Bankitalia ha approvato la richiesta di aiuti da 3,9 miliardi di euro avanzata da Mps. I Monti-bond che dovranno tenere a galla la terza banca italiana saranno emessi entro la fine di febbraio.

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