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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2013 alle ore 17:04.

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L'ultima a cadere è stata la Gran Bretagna, ieri sera. L'agenzia di rating Moody's ha ritirato la "tripla A" a Londra, a causa della «continua debolezza delle prospettive di crescita di medio termine» e delle «sfide che queste pongono al programma di risanamento di bilancio del Paese». Il 20 novembre 2012, alla vigilia di un difficile Eurogruppo, era toccato a Parigi: quel giorno Moody's toglieva la "tripla A" alla Francia, allineandosi con il giudizio espresso dalla "sorella" Standard&Poors'.

Il club della "tripla A"
La "tripla A" sta così diventando sempre più rara tra i governi del mondo occidentale. Dopo il declassamento della Gran Bretagna, nel vecchio continente restano ormai solo quattro paesi che possono vantare il massimo rating assegnato da Moody's: Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo. A questi si aggiungono la Svezia e la Danimarca (che però sono due paesi che al pari della Gran Bretagna hanno deciso di non entrare nell'area euro, ma di conservare le loro monete nazionali, particolare forse non irrilevante ai fini del rating).

Le previsioni per i quattro virtuosi
Ma anche i paesi virtuosi, pur mantenendo la "tripla A", sono finiti comunque nel mirino di Moody's. Se i poveri non ridono, infatti, con l'euro in piena crisi, anche i ricchi piangono. Recentemente Moody's ha tagliato l'outlook (le previsioni sull'andamento dei conti pubblici) a Germania, Olanda e Lussemburgo. Il motivo? Secondo l'agenzia americana, il peso del mantenimento dell'eurozona ricadrà tutto sulle spalle di questi tre paesi. Il rating di Germania, Olanda e Lussemburgo è rimasto quindi AAA, ma l'outlook è passato da "stabile" a "negativo". L'unico paese il cui outlook è stato considerato "stabile" è la Finlandia.

A rischio anche gli Usa
Le cose non vanno diversamente oltreoceano. Nei mesi scorsi Moody's ha confermato il rating massimo per gli Stati Uniti - che hanno già perso la tripla A di Standard&Poors' - ma con un'avvertenza: «Se il Parlamento dovesse revocare anche in parte i tagli automatici di 1.200 miliardi ai deficit futuri - aveva scritto Moody's in una nota - l'America perderà quasi sicuramente la tripla A». Allora l'America era alle prese con il dibattito per scongiurare il "precipizio fiscale". Ma avvertenze simili non erano mancate neppure prima delle elezioni presidenziali.

Per l'Italia solo un miraggio
Moody's ha abbassato il rating dell'Italia nel luglio scorso, portandolo a Baa2. Per il nostro paese, la "tripla A" resta per ora poco più che un miraggio. Osservando il grafico interattivo «I tagli e le promozioni al rating dell'Italia: i precedenti dal '95 a oggi» (aggiornato al mese di ottobre 2011), si può notare che nella serie storica del periodo in oggetto l'Italia non ha mai ottenuto la "tripla A". Il voto più alto (AA3) risale al luglio del 1996, quando al governo c'era Romano Prodi.

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