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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 22:42.

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Dopo la Francia (e gli Stati Uniti per Standard & Poor's) un altro Paese membro del G-7 perde la tripla A. L'agenzia internazionale Moody's ieri sera ha infatti tagliato il rating sui titoli di Stato del Regno Unito da Aaa ad Aa1. Le prospettive sono stabili, vale a dire che non è in vista un'altra bocciatura. La decisione di tagliare il rating dopo ben 35 anni - ha spiegato l'agenzia americana - è legata «alla continua debolezza delle prospettive di crescita di medio termine della Gran Bretagna» e alle sfide che queste pongono al programma di risanamento di bilancio del Paese.

Osborne: avanti con l'austerity
La reazione del Governo britannico non si è fatta attendere. Il declassamento, ha detto il ministro del Tesoro George Osborne, è un «un duro monito sui problemi di credito che il nostro Paese deve affrontare. E la più chiara indicazione possibile per chiunque
pensi che si possa rifuggire dall'affrontare quei problemi. Non fuggiremo dai nostri
problemi, li supereremo». Se la bocciatura era nell'aria di tempo, ciò non toglie che si tratta di un duro colpo d'immagine per il premier conservatore David Cameron, che aveva fatto della difesa della Tripla A una sorta di bandiera. Un'umiliazione, come subito è stata bollata dall'opposizione laburista, simile a quella subita un anno fa da Nicolas Sarkozy in Francia, pochi mesi prima della sua sconfitta alle elezioni. Cameron e Osborne avevano fatto dell'austerity la priorità della loro azione politica dopo la vittora nel 2010, con l'obiettivo dichiarato di arrivare al voto del 2015 con i conti pubblici risanati.

Deficit ai livelli della Spagna
Così non è stato, almeno finora. Il deficit di bilancio britannico, secondo le stime di Bruxelles pubblicate proprio ieri, è stato del 6,3% nel 2012 e salirà al 7,4% quest'anno, cioè ai livelli della Spagna. Il debito pubblico, sempre secondo la Ue, supererà il 95% nel 2013 e arriverà al 97,9% nel 2014. Il tutto in un quadro di crescita zero che fa temere per l'economia britannica una inedita ricaduta in recessione per la terza volta da quando è esplosa la crisi. La mancata crescita e il cattivo stato di salute dei conti pubblici sono proprio la ragione del downgrading di Moody's.

La sterlina debole può essere d'aiuto
La Gran Bretagna in realtà ha ancora i mezzi per risollevarsi da questa situazione. Come ricorda l'agenzia di rating, la solidità creditizia del Paese resta molto elevata, grazie a un'economia competitiva e diversificata. L'outlook stabile riflette le attese di Moody's sul fatto che «la volontà politica e i punti di forza dell'economia consentiranno, nel tempo, al governo di attuare il piano di risanamento di bilancio e invertire la traiettoria del debito pubblico». Le stesse previsioni della Commissione Ue indicano per il 2013 una crescita dello 0,9%, più della Germania, per non parlare di Francia, Spagna e Italia. Un aiuto alla ripresa potrebbe arrivare anche dalla Banca d'Inghilterra con nuovi acquisti di titoli di Stato, che avrebbero anche l'obiettivo di indebolire ulteriormente la sterlina, già scesa ai minimi da due anni e mezzo sul dollaro. Dall'inizio dell'anno la moneta britannica si è già deprezzata del 5,6%.

In attesa dei mercati
Lunedì potrebbe essere proprio la sterlina la vittima della reazione dei mercati, oltre ai titoli di Stato britannici, che potrebbero subire perdite. L'esperienza di Stati Uniti e Francia, declassati rispettivamente nel 2011 e 2012, insegna però che nel medio-lungo periodo il downgrading non incide sull'attrattività dei titoli Stato. In entrambi i casi infatti i rendimenti oggi sono a livelli simili, se non più bassi, del periodo precedente alla bocciatura.

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