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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2013 alle ore 09:34.
"In questo momento della mia vita il Signore mi chiama a salire sul monte". Nell'ultimo suo Angelus Papa Benedetto XVI si congeda così dai centomila fedeli accorsi a piazza San Pietro per salutarlo. Il Vangelo di oggi è quello della Trasfigurazione quando Gesù sale sul monte Tabor e il Papa dice di sentire questa Parola di Dio "in modo particolare rivolta a me".
Ma assicura: "questo non significa abbandonare la Chiesa. Anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perchè io possa continuare a servirla con la stessa dedizione con cui l'ho fatto fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze". Sempre con riferimento al Vangelo della Trasfigurazione Papa Ratzinger ricorda che anche quando Pietro salì sul monte Tabor a pregare e voleva restarci, pregando fu ricondotto "al cammino, all'azione".
La folla lo interrompe più volte per applaudirlo e acclamarlo. Il Papa, schivo come sempre ma commosso, dice solo "grazie grazie" ma prosegue nella sua catechesi sulla importanza, il "primato", come lui stesso dice, della preghiera. Alla quale il pontefice si dedicherà da venerdì a tempo pieno. Perchè senza la preghiera - avverte - "tutto l'impegno dell'apostolato e della carità si riduce ad attivismo".
La coda dei fedeli per esserci era iniziata a Piazza San Pietro già prima delle 10, un paio d'ore prima rispetto alle 12 dell'Angelus. Una folla comunque composta, gioiosa. Bandiere e cartelli da tutto il mondo. "Non sei solo, io sono con te", è la scritta su un cartoncino colorato tenuta da una bambina". Non si contano gli striscioni con la scritta "grazie".
E anche lui, dopo i 15 minuti di Angelus, nulla di più anche se è l'ultimo, ringrazia e assicura a tutti: "nella preghiera saremo sempre vicini".
I saluti
Vi ringrazio per l'affetto e la condivisione, specialmente nella preghiera, di questo momento particolare per la mia persona e per la Chiesa". Così il Papa concludendo, con il saluto ai fedeli italiani, l'ultimo Angelus del suo Pontificato.
"So che sono presenti numerosi rappresentanti di diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti, istituzioni, come pure tanti giovani, anziani e famiglie", ha detto Benedetto XVI ai pellegrini di lingua italiana. "Vi ringrazio per l'affetto e la condivisione, specialmente nella preghiera, di questo momento particolare per la mia persona e per la Chiesa. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana. Nella preghiera siamo sempre vicini, grazie".
Analoghe parole il Papa aveva rivolto ai fedeli degli altri paesi. "Vi ringrazio di cuore per la vostra preghiera e il vostro affetto che mi manifestate in questi giorni", ha detto Benedetto XVI in francese. "Ringrazio ognuno per le molte espressioni di gratitudine, affetto e vicinanza nella preghiera che ho ricevuto in questi giorni", ha detto in inglese. "Ringrazio tutti - ha detto nella sua lingua, il tedesco - per i molti segni di vicinanza e affetto, soprattutto per la preghiera". In spagnolo: "Saluto cordialmente i pellegrini di lingua spagnola, e a quanto si uniscono a questa preghiera mariana attraverso i mezzi di comunicazione, ringraziando anche le tante testimonianze di affetto e le preghiere che mi sono giunte in questi giorni". In portoghese: "Grazie per la vostra presenza e tutte le manifestazioni di affetto e solidarietà, in particolare per le preghiere che mi hanno accompagnato in questi giorni". "Vi ringrazio - ha detto in polacco - del ricordo e della manifestazione di benevolenza che da voi ricevo in questi giorni e in modo particolare per le preghiere".
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