Grillo: «Mai fiducia a esecutivi tecnici perché sono politici»

Resiste poche ore la possibile apertura a un governo tecnico prospettata ieri in conferenza stampa del neo capogruppo dei grillini al Senato, Vito Crimi, che in un post pubblicato questa mattina sul suo profilo Facebook ha sottolineato - smentendo le cronache del primo raduno organizzativo dei grillini neo eletti – di aver « mai parlato di appoggio a governo tecnico, l'unica soluzione che proponiamo è un governo del Movimento 5 Stelle che attui subito e senza indugio i primi 20 punti del programma e a seguire tutto il resto. Il nostro programma è chiaro ed è stato annunciato in tutte le piazze e in streaming».

Grillo sul blog: «In natura non esistono governi tecnici»
A conferma della smentita, poco fa, anche un post pubblicato sul suo blog dal leader del movimento, Beppe Grillo: «Il M5S non darà la fiducia a un governo tecnico, né lo ha mai detto. Non esistono governi tecnici in natura, ma solo governi politici sostenuti da maggioranze parlamentari». Il governo Monti - conclude Grillo- «é stato il governo più politico del dopoguerra, nessuno prima aveva mai messo in discussione l'articolo 18 a difesa dei lavoratori». Nel primo pomeriggio, questa volta attraverso twitter, Grillo chiarisce: «Abbiamo sì alleati, eccome. Noi non ci alleiamo coi partiti, noi ci alleiamo con tutti i movimenti e le associazioni».

Fassina (Pd): No a all'ipotesi di governo tecnico
Il passo indietro del Movimento 5 Stelle si affianca all'altolà arrivato questa mattina dal responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, che ha escluso «un governo tecnico che proponga una agenda che é stata rigettata dagli elettori. Dalle elezioni é arrivata una indicazione precisa: il 90% degli elettori hanno detto che é insostenibile la strada che stiamo percorrendo». In altre parole: «Se non si riesce a formare un Governo allora bisogna tornare a votare». Intervenendo a "La Telefonata", trasmissione di Canale 5 condotta da Maurizio Belpietro, Fassina ha sottolineato peraltro come il Pd non sia «disponibile a sostenere un Governo con il Pdl perché questo è incompatibile con la ricostruzione morale del Paese». Se da parte di Grillo non c'é disponibilità a sostenere un Governo allora bisognerà affrontare un nuovo passaggio elettorale anche non é quello di cui c'é bisogno ora».

E Becchi rilancia l'idea di una prorogatio del governo tecnico Monti
Ad aumentare la confusione, questa mattina, anche il rilancio dalle file dei grillini di un possibile piano alternativo ai governi tecnici o politici: la prorogatio del governo tecnico del premier Monti cui affidare un programma minimo di riforme condivise da almeno una parte dei partiti presenti in Parlamento. A spiegare la proposta è Paolo Becchi, professore di filosofia del diritto all'università di Genova e tra gli animatori del blog di Beppe Grillo.

"Inscenare" mandati esplorativi e consultazioni a tempo indeterminato
In una lettera pubblicata sul Corriere della Sera di oggi Becchi, docente di filosofia del diritto all'università di Genova, riassume i termini della sua proposta: «C'e' il governo attualmente in carica, dimissionario, il quale ha competenze limitate all'ordinaria amministrazione e che resterà in carica fino a che non avrà passato la consegna al nuovo, eventuale governo». In questo scenario, «Le forze politiche possono prendere atto che non sarà possibile formare nessun nuovo governo - per evidenti ragioni politiche e di numero -. Quindi si potranno, diciamo così, 'inscenare' uno o più tentativi di mandato esplorativo, aprire cioè le consultazioni per un tempo indeterminato, ed intanto avere il governo dimissionario in prorogatio per gli "affari correnti"». Ma al governo dimissionario e in prorogatio si affianca, dopo il 25 febbraio, «un Parlamento nuovo, che riacquista pieni poteri legislativi, e che potrà fare tutte le riforme ritenute necessarie: la legge elettorale, il taglio dei costi della politica, la diminuzione del numero dei parlamentari, l'anticorruzione, il conflitto di interessi e così via».

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