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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2013 alle ore 16:57.

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La débâcle elettorale (fuori dalla Camera, due senatori eletti) non cancella Futuro e libertà per l'Italia. Dopo circa quattro ore di discussione - il vertice è iniziato a mezzogiorno - la direzione del partito ha deciso di non sciogliere Fli.

La nota: subito azzeramento di tutte le cariche
«La Direzione di Futuro e Libertà - si legge in una nota pubblicata alla fine del vertice - ha giudicato il risultato elettorale completamente negativo. Esso ha chiuso una fase ma non pone fine ad un impegno politico. Tutto dovrà essere rapidamente azzerato in termini organizzativi perché la responsabilità dell'insuccesso, nobilmente assunta in prima persona da Fini, grava sull'intera classe dirigente».

Fini: non sono un uomo per tutte le stagioni
Fini avrebbe ricordato di non essere "un uomo per tutte le stagioni". «C'è stata una traversata nel deserto - avrebbe spiegato -, che non è stata ripagata dagli elettori e che dunque ha fallito». Il Presidente della Camera avrebbe inoltre ricordato ai suoi che la sua scelta è stata quella di non proporre un posto al sicuro al Senato. Ci ha messo la faccia - avrebbe aggiunto - con una candidatura che si sapeva più difficile a Montecitorio, dove il polo guidato da Monti si presentava con liste singole.

L'ufficio stampa: la sede di via Poli non è stata smantellata
Intanto l'ufficio stampa del partito smentisce le voci, trapelate anche sui quotidiani che arredi, pc e televisioni, presi in leasing, fossero già stati portati via dal quartier generale romano. Computer, telefonini e televisioni della sede di via Poli di Fli, nei pressi della Fontana di Trevi - spiegano - funzionano regolarmente «e il contratto di leasing è ancora attivo, non c'è alcuna smobilitazione».

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