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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 19:48.

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Il giorno dopo la decisione del governo italiano di rimandare in India i due fucilieri della marina- Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono già a Nuova Delhi - è quello delle polemiche politiche. Con il governo che respinge le critiche su come è stata gestita la vicenda, provenienti soprattutto dal centrodestra. Fonti di Palazzo Chigi smentiscono che nella seduta del Cisr, il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, sia stato fatto un processo al responsabile della Farnesina Terzi. Intanto martedì pomeriggio, secondo quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo, il Governo riferirà alla Camera. È probabile che in quell'occasione intervengano il ministro della Difesa e quello degli Esteri. La decisione di cambiare linea è stata presa dall'Italia in materia autonoma, tanto che l'Unione europea - sottolineano fonti di Bruxelles - non ne è stata messa al corrente.

De Mistura: nessun impedimento per ambasciatore Mancini
Il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan de Mistura, assicura che ora «non c'è più alcun impedimento o limitazione per i movimenti dell'ambasciatore a New Delhi, Daniele Mancini. «Nell'incontro che con lui ho avuto oggi - spiega - il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshdie si è impegnato ad inviare subito un messaggio alla Corte Suprema in cui si chiede la revoca dell'ordinanza con cui la Corte Suprema aveva intimato a Mancini di non lasciare l'India».

Terzi e Di Paola per la linea dura, Quirinale per il rispetto dei patti
Intanto emergono i retroscena della situazione che ha contotta al dietrofront sui marò: i ministri Terzi e Di Paola avrebbero spinto per una posizione di chiusura nei confronti di Nuova Delhi; la responsabile della Giustizia Paola Severino e il Quirinale sarebbero stati più orientati al dialogo e al rispetto dei patti (l'"affidavit" sottoscritto dall'ambasciatore italiano, che prevedeva il rientro in India dei marò al termine del permesso ottenuto per le elezioni). Sullo sfondo, l'annuncio del ministro Terzi,che l'11 marzo scorso aveva detto che i militari italiani sarebbero rimasti in Italia. Ora, alla domanda se il Governo abbia perso credibilità, il ministro Elsa Fornero risponde: «un po' sì». «La decisione di fermare i marò in Italia - continua - non é però mai arrivata al consiglio dei ministri». Naturalmente soddisfatto il premier indiano Manmohan Singh: «Sono felice che sia stata salvaguardata l'integrità e la dignità dell'ordinamento giudiziario indiano». Il ministro indiano degli Esteri Salman Khurshid annuncia: «Vogliamo creare velocemente il tribunale speciale», come stabilito dalla Corte Suprema.

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