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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2013 alle ore 23:32.
L'ultima modifica è del 05 aprile 2013 alle ore 23:13.

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I quattro reporter italiani fermati ieri in Siria «stanno bene e saranno presto liberati e accompagnati in Turchia»: lo dice all'Ansa una fonte vicina ai ribelli siriani. «Sono stati fermati e non sequestrati».

Il fermo
La Farnesina ha confermato precisando di seguire «sin dai primi momenti la vicenda. L'unità di crisi si è immediatamente attivata» ed è in contatto con i familiari. «Occorre mantenere il massimo riserbo» ha precisato il funzionario, sottolineando che «l'incolumità dei connazionali resta la priorità assoluta». La Rai chiede il silenzio stampa sulla vicenda dei reporter.

Chi sono i quattro i giornalisti
Si tratta di Amedeo Ricucci della Rai (La storia siamo noi, Mixer, Professione Reporter, Tg1), due freelance (il fotoreporter Elio Colavolpe e il videomaker Andrea Vignali) e una italo-siriana (Susan Dabbous, collaboratrice del Foglio). I quattro non rispondono a telefonate da 24 ore e sulla base di quanto avvenuto in precedenza nella stessa area, potrebbe trattarsi di un fermo dei ribelli anti Assad.

Amedeo Ricucci, professionista dal 1993, ha seguito i più importanti conflitti degli ultimi vent'anni: Algeria, Somalia, Bosnia, Ruanda, Liberia, Kosovo, Afghanistan, Libano, Iran, Iraq Palestina, Tunisia, Libia, Siria. Era presente al momento dell'uccisione del fotografo del Corriere della Sera, Raffaele Ciriello, avvenuta a Ramallah il 13 marzo 2002. Ha scritto diversi libri-reportage. E ha ottenuto diversi premi giornalistici per il suo lavoro, tra cui il premio Ilaria Alpi nel 2001. Ha un blog, Ferri Vecchi, in cui racconta il suo lavoro. L'ultimo post è datato 23 marzo. (redazione online Il Sole24 Ore.com)

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