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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2013 alle ore 11:09.

La prima linea di azione
In attesa, però che Governo e Parlamento definiscano la linea di intervento l'Esecutivo dovrà intervenire subito per mantenere l'annuncio di uno stop ai pagamenti di giugno cercando anche di assicurare i 2 miliardi che i Comuni si vedono rinviare a data da destinarsi. Per sterilizzare l'effetto di cassa sui bilanci dei municipi, il Governo dovrà dunque mettere subito sul piatto almeno 2 miliardi, il 50% di quanto versato nel 2012 per l'Imu sull'abitazione principale.
Franceschini: dopo il blocco servirà un provvedimento strutturale
Per gettare acqua sul fuoco delle polemiche, Franceschini riprendendo le rassicurazioni del premier ha poi ribadito la necessità di una misura immediata per bloccare la rata. D'altronde da domani entriamo nel pieno della stagione dichiarativa e, per questo, gli stessi Comuni stanno andando avanti nella determinazione delle aliquote e delle modalità di versamento dell'imposta per l'anno 2013. «Poi - spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento - affronteremo il nodo dell'Imu secondo quanto ha detto Letta perché ci vuole un provvedimento strutturale che non può essere fatto in due-tre giorni».
Alfano: tutto chiaro, a giugno non si paga
«Sull'Imu non c'è mai stato alcun dubbio da chiarire. C'è un fatto oggettivo: a giugno i
cittadini non pagheranno» taglia corto il vicepremier Angelino Alfano che, lasciando il Senato, aggiunge di non temere «affatto» che questo si possa tradurre in un rialzo a fine
anno.
Dai sindacati no ad abolizione tout court
Intanto a Cgil, Cisl e Uil «non va bene l'idea che si abolisca tout court l'Imu sulla prima casa, così vengono sottratte risorse a politiche più necessarie. Bisogna scegliere e dire che si difendono le persone con una sola casa, non chi ha 20 ville e 37 appartamenti, e con valore basso». Così Susanna Camusso sulla posizione unitaria con Cisl e Uil.
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