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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2013 alle ore 17:20.
L'ultima modifica è del 01 maggio 2013 alle ore 10:55.

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Damiano (Pd): ha ragione Letta, cambiamo la Fornero
L'annuncio del premier - che conferma le parole del ministro Giovannini - trovano subito sponda nell'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd) che nel pomeriggio concorda sulla possibilità di correggere la riforma Fornero che «ha dimostrato, in tempo di recessione, di non funzionare». La causa principale delle mancate assunzioni per damiano «deriva dall'assenza di crescita, ma sicuramente alcune regole scoraggiano le poche assunzioni», suggerendo quindi di accorciare l'intervallo che separa un contratto a termine da quello successivo: «Riportiamo per due anni le regole alla situazione precedente per consentire una continuità lavorativa a chi ha già avuto un primo contratto a termine. Sono sicuro che il confronto con le parti sociali potrà trovare altre soluzioni condivise come questa», conclude Damiano.

Zanonato (Sviluppo): per creare lavoro occorre tempo, nessuno ha formula magica
A dare il quadro delle difficoltà che il governo dovrà affrontare per rsiolve3re il nodo occupazione anche le parole usate da neo ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, che parlando dal palco della manifestazione in Piazza dei Signori a Padova, dove è stato sindaco per un ventennio, ha spiegato che nel breve periodo farà «fatica ad occuparmi del tema che mi piace di più, quello dello sviluppo, perchè l'agenda delle prossime settimane è tutta piena di appuntamenti concernenti crisi aziendali». Per ricreare posti di lavoro - ha aggiunto, «occorre lo sviluppo e ci stiamo già concentrando su questo: però se qualcuno pensa che esista una formula magica finora non scoperta, e che basta applicare questa per risolvere tutti i problemi, si sbaglia. Ci sono tante misure da adottare, alcune hanno effetto immediato, altre hanno effetto più a lungo termine. Bisogna lavorare tutti insieme con determinazione, consapevoli che i risultati non arrivano nell'arco di poche settimane».

I sindacati insieme a Perugia
La manifestazione dei sindacati confederali è a Perugia dove il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha detto: «O si risolve il problema di dare lavoro o il Paese affonderà. E affonderà se non cambiamo la politica economica. Bisogna mettere il lavoro al centro della politica economica. Al governo diciamo che ci sono delle priorità e che bisogna rispettare i patti» cominciando a risolvere il problema delle risorse per la cassa integrazione in deroga e per gli esodati e «ridurre le tasse sul lavoro». «Ogni euro disponibile» ha aggiunto dal palco Angeletti «va destinato a queste priorità».

Dal governo Letta «abbiamo ascoltato» la necessità di ripartire dal lavoro, ma «i titoli non bastano, non bastano annunci e promesse. Ci sono stati sei anni di promesse e di provvedimenti opposti»: così il leader della Cgil, Susanna Camusso, dal palco del Primo Maggio. Ora bisogna «fare i provvedimenti» giusti. «Senza lavoro il Paese muore e questo Paese non può morire. L'obiettivo vero, reale, di questo Paese oggi è rimettere al centro il lavoro e dare "risposte" al lavoro. Il Paese «è attraversato da una crisi profonda. Bisogna ricostruire speranza e fiducia, solidarietà e rispetto». E questo significa mettere via anche «il linguaggio della violenza, che non è un linguaggio neutro».

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