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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2013 alle ore 17:07.

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Così il premier Enrico Letta ieri in conferenza stampa a Parigi con Francois Hollande, uno degli incontri che caratterizza il tour nelle capitali europee intrapreso dal neo premier appena ottenuta la fiducia delle Camere. Ai giornalisti, Letta sottolinea la necessità di «dare più lavoro e possibilità di consumo» agli italiani, per battere la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, che costituisce «il vero incubo» di questi anni.

Nelle sue parole, anche le linee guida del governo nelle prossime settimane: occhio al mantenimento degli impegni presi in sede europea per la stabilità dei conti, ma anche la scelta di procedere in tempi stretti a una sospensione della rata di giugno dell'Imu, in modo da poter mettere a punto le proposte alternative da sottoporre al Parlamento, e arrivare così al superamento definitivo di questa tassa. Tale confronto per trovare le soluzioni avverranno, conferma ancora Letta citando il suo recente discorso di insediamento, all'interno dell'attuale maggioranza. In Italia, le rassicurazioni del premier sono accolte con ironia dal leader della Lega, Roberto Maroni, che twitta: «Imu sì, Imu no, Imu forse: questo è (finora) il governo delle larghe confusioni».

Il governo Letta, spiega il premier a Parigi parlando al fianco di Hollande, è un particolarissimo laboratorio politico, ma le «politiche di crescita» devono essere «globali», ovvero «europee». «Se la dimensione europea non c'è, se in Italia si compiono scelte che in Europa non si vogliono compiere, è come scavare una montagna e non ce la faremo», ha ammesso il premier italiano.

Sull'opportunità di modificare a breve la legge Fornero, così come prospettato oggi dal ministro del Welfare Enrico Giovannini, il premier Letta ha richiamato quanto affermato nel suo discorso di insediamento: «Nell'attuale normativa sul lavoro vi sono alcuni punti che in questa fase recessiva stanno creando problemi come ad esempio le limitazioni sui contratti a termine, che sono necessarie in una fase economica normale, ma che in una fase di straordinaria recessione come quella l'attuale non sono utili, e per questo è necessaria una minore rigidità» per questo tipo di contratti.

Tra il premier francese Hollande e Letta la convergenza è apparsa totale, in particolare sulle priorità europee: «Sono sicuro che troveremo un buon accordo» sulle politiche di crescita, ha sottolineato il presidente del Consiglio italiano: «non possiamo avere
un'Europa dove gran parte del continente affonda e 2-3 Paesi vanno bene. È tutto il continente che deve andare bene». In piena sintonia la chiosa di Hollande: «Abbiamo l'obbligo di trovare un compromesso per evitare una situazione di bloccaggio e di incapacità di agire. Dobbiamo trovare questo compromesso su crescita, lavoro e stabilità, soprattutto con la Germania». In apertura di conferenza stampa Hollande aveva già messo in evidenza il ruolo di primo piano del nostro paese per il superamentod ella recessione: «L'Europa ha bisogno dell'Italia come l'Italia ha bisogno dell'Europa», e lo stesso discorso vale per la Francia. «Siamo legati gli uni con gli altri».

Letta ha poi messo in guardia da una distanza eccessiva tra le istituzioni comunitarie e il comune sentire dei cittadini europei: «Se l'Europa viene percepita come una matrigna che frustra le opportunità delle persone, le butta giù, l'elettorato le si rivolta contro e si trasforma in un disastro democratico». Letta ha ha quindi sottolineato come sia questo «il messaggio forte» che viene anche dalle ultime elezioni italiane: l'Europa, insiste il premier, deve voler dire «sviluppo e benessere».

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