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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2013 alle ore 20:08.

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Renzi passa la mano. «A questo giro non mi candido», spiega - a proposito della candidatura a segretario del Pd, nel suo intervento al festival di Dogliani. «Io credo - aggiunge - che le idee in politica valgano più degli uomini. In questi sei mesi sono praticamente stato candidato a tutto, ma a questo non mi candido». Per il sindaco di Firenze «il Pd deve fare una riflessione su se stesso. Io sto nel mio partito e sono desideroso di farlo vincere. Non sono d'accordo sull'abolire le primarie».

Renzi sul conflitto di interessi: «Per una legge dovevamo vincere»
«È un governo di larghe intese - ricorda il sindaco di Firenze -, se volevamo fare la legge sul conflitto di interesse nei primi cento giorni bisognava vincere le elezioni. Non credo che con Berlusconi il Parlamento voterà questa legge».

Le difficoltà del Pd? «Bersani ci ha messo del suo»
La disintegrazione del Pd, dopo le elezioni, «non è solo colpa di Bersani, ma lui ci ha messo del suo». Scegliendo Franco Marini, continua Renzi, Bersani ha puntato su «un nome palesemente non all'altezza, per me Marini non andava votato». Quanto a Prodi, «è stato impallinato da ambienti vicini a Marini e ad ambienti ex Ds. Chi non era d'accordo però doveva avere il coraggio di dirlo fuori, come abbiamo fatto noi quando abbiamo candidato Chiamparino», osserva ancora Renzi. «È una vergogna che questo gesto non sia stato rivendicato da nessuno», prosegue parlando di «atteggiamento di falsità» tra chi ha affossato Prodi. «Prodi sarebbe stato un grandissimo presidente della Repubblica e io sono stato contento degli sms che mi ha mandato in quei giorni», conclude Renzi.

Su Letta: un solo difetto: è pisano
«A Letta - afferma Renzi - riconosco grande equilibrio e straordinario europeismo. Un difetto? È pisano»

«Il Monti politico non ha brillato»
Renzi ha parlato anche dell'ex presidente del Consiglio: «Il Monti politico non ha brillato. Ha fatto passare il concetto che rimettere a posto i conti dello Stato era un dovere verso la signora Merkel. E invece è un atto politico verso le nuove generazioni. I sacrifici ce li chiedono i nostri passeggini».

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