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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2013 alle ore 07:06.

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Per questo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il primo maggio ha richiamato il dovere politico e morale di affrontare, con il concorso delle forze sociali, politiche e parlamentari, sia l'emergenza attuale sia le riforme per il rilancio della crescita. Egli si è poi soffermato sulla necessità di una cooperazione forte e costruttiva tra le imprese e i sindacati rilevando da un lato con compiacimento questa reciproca disponibilità e dall'altro che senza imprese solide non si creano opportunità durevoli
di lavoro.
Vi è qui un incoraggiamento chiaro sul quale la Presidenza di Confindustria di Giorgio Squinzi ha da tempo riaperto il dialogo costruttivo con i sindacati su temi come quelli del costo del lavoro, del cuneo fiscale e contributivo, dell'innovazione e degli investimenti. Ed è importante che su questa tonalità si sia collocato anche Enrico Letta nel suo discorso al Parlamento

I giovani. Per il Presidente Napolitano, la disoccupazione giovanile, quella di una generazione senza lavoro, è la grande questione sociale del nostro tempo in Europa e in Italia. Limitandoci al nostro Paese tra i giovani da 15 a 24 anni la disoccupazione continua a crescere. L'ultimo dato mensile (30 aprile) segnala
un tasso medio del 38,4% che al Sud è molto maggiore. Considerando i Neet(acronimo internazionalmente accettato di: Not in Education, Employment or Training) secondo alcune stime siamo ad un totale sopra 1 milioni di persone.
Nel discorso programmatico del Presidente Letta è chiara la consapevolezza che per superare questa emergenza bisogna puntare su misure coordinate come prefigurato dall'accordo europeo sottoscritto dagli stati membri per assicurare ai giovani disoccupati lavoro o formazione. Noi leggiamo (e interpretiamo) così il programma di Letta.
Nel breve termine
si punta sul potenziamento dell'apprendistato, sull'attenuazione (finchè dura l'emergenza) delle restrizioni nei contratti a termine. Nel medio termine si punta ad incentivare le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato, con defiscalizzazioni o con sostegni ai bassi salari, condizionati all'occupazione. Infine si punta a terzo ed importante obiettivo spesso trascurato dalle iniziative a favore dei giovani: orientarli e stimolarli all'imprenditorialità.

Tutto ciò accadrà se la crescita riprenderà centrata sull'imprenditorialità innovativa – di cui Letta tratta – che in Italia ha reso forte la nostra manifattura ma che deve fare un balzo in avanti con le semplificazioni normative e burocratiche, con la ricerca (fiscalmente incentivata e finanziata anche con project bond), con la formazione che deve convergere al sistema
duale tedesco di istruzione-formazione. Qui la Germania dà un paradigma di produzione e lavoro per tutta l'Europa. Di questo speriamo davvero tratti in giugno il Consiglio europeo.

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